Riccardo Aceti è l’ingegnere che con il collega Nicola Magistretti ha lavorato al principale progetto di ristrutturazione del Meazza. Un progetto validato anche dal Politecnico di Milano che Inter e Milan non hanno preso in considerazione.

Ingegnere Aceti, perché avete iniziato a lavorare a questo progetto?

Lo stadio di San Siro è un’icona, un monumento, è memoria storica, sportiva, architettonica, culturale, emozionale per la città di Milano, per lo sport e per la cultura. Si fanno concerti, manifestazioni, questi sono valori riconosciuti in Italia e nel mondo. Nel 2009 è stato nominato dal Times il secondo stadio più bello e funzionale al mondo. Negli ultimi anni è sempre stato ai primi posti nei 10 maggiori siti di ranking internazionali degli stadi. È posizionato al secondo posto al mondo per numero di finali (quattro) di Champions League, l’ultima nel 2016. Ad ottobre 2021 ha ospitato le finali della Nations League.

Lei e il suo collega Magistretti dite che si può ristrutturare, con un risparmio notevole sia in termini economici che di impatto ambientale.

Sì, i costi prospettati per la riqualificazione sono di 300/350 milioni circa, la metà di quelli previsti per il nuovo stadio, con un consumo di suolo zero e con caratteristiche prestazionali simili. I lavori durerebbero al massimo 3 anni e sarebbero compatibili con la prosecuzione delle attività all’interno dello stadio. In questi anni abbiamo fatto degli approfondimenti sulla struttura dell’impianto e ci siamo accorti che nel corso dei decenni lo stadio è sempre stato manutenuto con regolarità, nel 2020 è stato rilasciato il certificato di idoneità statica decennale, tra il 1990 e il 2016 sono stati fatti interventi di miglioramento importanti, segno di un’attenzione costante delle due società e del Comune di Milano. Anche la Uefa lo considera uno degli stadi migliori in Europa. Il primo e il secondo anello possono essere ristrutturati lavorando dall’esterno e questo consentirebbe alle due squadre di continuare a giocare anche durante i lavori che verrebbero eseguiti a blocchi.

Si discute molto del numero di posti disponibili. Quanti posti avrebbe il Meazza ristrutturato?

Si può ragionare di una perdita minimale sul terzo anello riducendo la capienza attorno a 70 mila spettatori. Il terzo anello diventerebbe per buona parte uno spazio panoramico e commerciale, anche su più livelli. Questa galleria potrebbe restare aperta 7 giorni su 7, con spazi commerciali, multimediali, punti di ristoro e permanenza, musei, attività sportive.

Il nuovo stadio prevede fino a 13.500 posti vip, il vostro?

Ragioniamoci con le società, ma certamente c’è la possibilità di creare spazi business. In particolare abbiamo pensato di modulare alcune porzioni del primo anello proprio a questo scopo.

Qualcuno si lamenta per le sedute troppo strette e chiede uno stadio più confortevole.

Le sedute possono essere modificate. Gli spazi sono quelli che ci sono ora ma si possono migliorare le sedute e rendere gli spazi più confortevoli. Ma bisogna tener presente che anche in uno stadio costruito da zero le sedute non saranno molto diverse, la media degli standard internazionali è quella, le differenze sono di qualche centimetro.

Davvero si potrebbe continuare a giocare anche durante i lavori?

Sì, è possibile organizzare i lavori per settori e fasi che andranno a interessare solo i retro tribuna del primo e del secondo anello e quando si lavorerà al terzo la possibilità sarà la medesima di quando si sono fatti i lavori per Italia ’90. Sono prassi consolidate anche in contesti più complessi di uno stadio come il Meazza. L’ingegner Magistretti ha coordinato i lavori all’aeroporto di Malpensa in occasione degli ampliamenti del Terminal 1 per Expo 2015 e l’aeroporto non ha dovuto cancellare un solo volo per quei lavori.

In Europa tutti guardano a Madrid, alla ristrutturazione del Santiago Bernabeu. Il Real avrebbe voluto costruire uno stadio nuovo con intorno attività commerciali, il Comune si è opposto. Ora il Bernabeu ristrutturato è considerato lo stadio più all’avanguardia d’Europa. Cosa ne pensa?

Ne penso bene ovviamente, hanno fatto un gran lavoro. Il Real Madrid ora pensa di incassare 900 milioni l’anno. Ma le dico di più. Abbiamo contattato la società che sta seguendo la direzione dei lavori e le abbiamo sottoposto il nostro progetto sul Meazza, anche per avere qualche consiglio utile vista la loro grande esperienza. Ci hanno detto che è perfettamente fattibile e anzi, è molto più semplice come intervento rispetto a quello fatto al Bernabeu che si trova in un contesto urbano circondato da case e palazzi

In sostanza dicono che il Meazza si può ristrutturare?

Esatto, ma non solo. Dicono anche che sarebbe molto più gestibile come tipo di intervento rispetto a quanto hanno dovuto fare al Bernabeu. Riguardo al nostro progetto ci hanno detto che si può andare avanti secondo quello che abbiamo prospettato nel dossier. E se lo dicono loro…