L’ex area Tabasso di Chieri, 30 mila metri quadrati in una città di 36 mila abitanti, un tempo era un importante cotonificio, noto anche per aver tessuto stoffe destinate agli abiti del Papa.

Dopo la chiusura per fallimento a metà anni Novanta, lo stabilimento rimase abbandonato. L’area è stata acquisita all’asta dal Comune e, dopo molte peripezie, è divenuta uno spazio culturale di riferimento per la città, con l’apertura delle Biblioteca Nicolò e Paolo Francone. Accanto agli edifici già trasformati, rimangono vasti spazi ancora da rigenerare.

IMMAGINARE I FUTURI RIUTILIZZI è la sfida raccolta dalla seconda edizione del Festival Internazionale dei Beni Comuni – Area, in programma a Chieri, tra le colline torinesi, da venerdì 29 giugno a domenica primo luglio. Rigenerazione urbana e partecipazione condivisa sul riutilizzo delle aree abbandonate sono i temi su cui ruota la manifestazione. Tre giornate di incontri, dibattiti, workshop, convegni, ma anche di eventi dal vivo e performance musicali e artistiche, aperti a tutti e diffusi in diversi spazi cittadini.

Sono attesi esperti da tutta Italia e dall’Europa per «confrontarsi e riflettere sulle città e le loro trasformazioni, per portare esperienze, pensare insieme a innovativi processi e azioni di recupero del patrimonio edilizio preesistente, al fine di favorire il miglioramento della qualità della vita, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e di partecipazione».

Il festival è promosso dal Comune di Chieri e organizzato da Avanzi – Sostenibilità per Azioni e Iur, con la direzione scientifica di Ilda Curti, già assessore a Torino con deleghe alla rigenerazione urbana, e Claudio Calvaresi; la direzione artistica è di Fabrizio Vespa. «Filo rosso è la riattivazione degli spazi pubblici a disposizione della città», racconta Calvaresi, ricercatore in urbanistica, senior consultant di Avanzi e docente al Politecnico di Milano. «Non si trasforma uno spazio dall’oggi al domani, la sfida è, inoltre, sottolineare come le politiche per la città nascano dalla forte collaborazione fra enti diversi. Il valore che possono generare gli spazi è dato dalla capacità di progettualità sociale a fini culturali e sociali».

L’AMBIENTE DEVE ESSERE AL CENTRO della rigenerazione urbana. «Nel suo ultimo libro, il filosofo francese Bruno Latour – spiega Claudio Calvaresi – si interroga su come orientare oggi l’azione politica. Il suo suggerimento è quello di assumere l’orizzonte del Terrestre, considerandolo come la questione politica praticabile e rilevante nel Nuovo Regime Climatico. Il suolo non è più la semplice cornice dell’azione politica, ma vi prende parte. Nella prospettiva del Terrestre, appartenere al suolo non consiste nel reazionario ritorno alla terra, quanto in un ritorno della Terra, che implica ripoliticizzare l’appartenenza a un suolo».

IL FESTIVAL RACCOGLIE IL TESTIMONE dalla prima edizione che fu organizzata nel 2015 dall’allora vicesindaco Ugo Mattei, poi dimessosi. Tre anni dopo, Chieri riprova a trasformarsi in una città laboratorio, punto di raccolta di progetti e di elaborazione di nuove idee.

Tra gli ospiti più attesi c’è Joan Subirats, professore all’Università Autonoma di Barcellona, nonché assessore alla Cultura del Comune di Barcellona nella giunta di Ada Colau, città all’avanguardia sul tema.
Subirats, ideologo del neo-municipalismo, interverrà sabato 30 giugno. Mario Calderini, direttore di Tiresia, il centro di ricerca in tema di innovazione e finanza per l’impatto sociale del Politecnico di Milano, avrà il compito di spiegare come l’innovazione sociale possa produrre cambiamento non solo in termini di welfare, ma anche di valorizzazione economica e sistemica dei territori.

DA BOLOGNA GIUNGERÀ l’esperienza di Arvaia, azienda agricola cooperativa nata da agronomi, agricoltori, volontari, tecnologi, gastronomi decisi a produrre il proprio cibo. E, poi, parteciperanno, tra gli altri, Matteo Bartolomeo, ad di Make a Cube, primo incubatore dedicato a start up ad alto valore ambientale e sociale; Linda Di Pietro, presidente di Rena, associazione che mette in rete e realizza progetti dedicati allo sviluppo delle comunità locali; sul filo della tradizione tessile chierese, la giovane stilista Hind Lafram, originaria del Marocco e di casa a Torino, che realizza vestiti per giovani musulmane che vogliono seguire le tendenze senza rinunciare ai precetti della loro religione;  Alessandro Coppola, docente di Sociologia urbana, che ha coordinato l’iniziativa Roma Resiliente; Emilio Casalini, giornalista di inchiesta, che terrà una lectio magistralis dedicata alla bellezza da fare emergere negli spazi e nell’ambiente urbano.

MOMENTI DI SPETTACOLO E DI ARTE valorizzeranno gli spazi. Si va da «Il Terzo Paradiso» di Michelangelo Pistoletto, all’installazione dello street artist Labadanzky (che la realizzerà con materiale recuperato nelle industrie abbandonate), fino alla performance Inpoetica  della poetessa Alessandra Racca. I Conciorto, band agri-rock, faranno suonare gli ortaggi attraverso il sistema open source Ototo, che permette di far emettere suoni a qualunque cosa sia in grado di condurre elettricità. Uno spettacolo-concerto di canzoni e letture incentrate sull’orto.

A SUONARE ZUCCHINE, PEPERONI E TUBERI come se fossero strumenti musicali è il duo formato dal vercellese Gianluigi Carlone (fondatore della Banda Osiris) e dal novarese Biagio Bagini. «Con l’elettronica suoniamo le verdure, le raccontiamo, le cantiamo in canzoni indie-pop o veggie-funk. Leggiamo i racconti degli orti degli altri, parliamo di un mondo dove si coltivano idee e note musicali».

IL FESTIVAL È LA TAPPA INTERMEDIA di un percorso condiviso che vedrà la comunità chierese partecipare a tavoli di lavoro dedicati agli studi per immaginare le destinazioni di utilizzo dell’area ex-Tabasso e i ruoli e gli ambiti di operatività delle Case di Città, le sedi delle associazioni cittadine, come la Cittadella del Volontariato, struttura dell’ex mattatoio chierese di inizio Novecento, appena fuori dalle mura della città.