La riforma Bonafede bocciata dai capi della Cassazione
Giustizia La presidente aggiunta Cassano e il procuratore generale Salvi demoliscono i capisaldi del disegno di legge delega che dovrebbe ridurre i tempi del processo penale: più utile depenalizzare e aumentare le dotazioni dei tribunali
Giustizia La presidente aggiunta Cassano e il procuratore generale Salvi demoliscono i capisaldi del disegno di legge delega che dovrebbe ridurre i tempi del processo penale: più utile depenalizzare e aumentare le dotazioni dei tribunali
Bocciature eccellenti per il disegno di legge delega Bonafede di riforma del processo penale. Già bersagliato dalle critiche degli avvocati e dei giuristi ascoltati in commissione giustizia alla camera, il testo – che contiene anche la norma sulla prescrizione che infiammò mesi fa i rapporti tra Pd e 5S – è stato pesantemente attaccato ieri sera dal primo presidente e dal procuratore generale della Cassazione.
Il primo presidente Pietro Curzio ha lasciato la parola a Margherita Cassano, da luglio la prima donna presidente aggiunta della suprema Corte con competenza sul penale. Cassano ha bocciato diversi capisaldi della riforma Bonafede, a partire dall’introduzione del giudice monocratico in appello. Misura che nelle intenzioni dovrebbe consentire di svolgere più udienze, ma che in concreto secondo la giudice di Cassazione produrrà ulteriori rallentamenti perché nei tribunali non ci sono né le aule né il personale amministrativo per moltiplicare le udienze. Un danno invece di un vantaggio, ottenuto peraltro come ha sottolineato il pg Giovanni Salvi con il sacrificio delle garanzie per l’imputato. Criticabile per Cassano anche l’introduzione di quella sorta di udienza preliminare che dovrebbe decidere sul non luogo a procedere: sia dal punto di vista dell’anticipazione del giudizio sia dal punto di vista della incompatibiltà dei giudici, con l’ulteriore appesantimento dei ruoli nei tribunali.
Per Salvi è inutile accelerare i tempi delle indagini preliminari, dal momento che le prescrizioni si producono per la gran parte per i ritardi nella fissazione delle prime udienze. Pesante il giudizio di Cassano sull’accordo raggiunto da Pd e M5S sulla prescrizione: il blocco della prescrizione dopo il primo grado allungherà i tempi della definizione delle cause e, ha detto, «non si concilia con i principi costituzionali di giusto processo e ragionevole durata». Le soluzioni, anche per la Cassazione, sono quelle più volte proposte (ma non perseguita da Bonafede) di larghe depenalizzazioni e interventi sulle dotazioni dei tribunali
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