Politica

La rete rosso-verde per costruire l’alternativa in campo alle amministrative

La rete rosso-verde per costruire l’alternativa in campo alle amministrativeUno dei panel di Equologica

44 tavoli e 8 panel per l'assemblea Equologica Una giornata di lavori per discutere di «giustizia sociale e ambientale» come pietra angolare di un nuovo soggetto politico.

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 13 dicembre 2020

Un’assemblea nazionale, digitale, per discutere di «giustizia sociale e ambientale». Provare a costruire intorno ai due elementi un nuovo soggetto politico che si misuri con i territori e subito con gli appuntamenti elettorali. A partire dalle amministrative della prossima primavera, con le principali città al voto.

Equologica ha messo in campo ieri 44 tavoli tematici e 8 panel con esponenti di partiti di sinistra, Verdi, Psi, il sindaco di Milano Beppe Sala, Luciana Castellina, i ministri Roberto Speranza e Gaetano Manfredi, Legambiente, Friday for future e il Wwf, gli economisti Jean Paul Fitoussi e Gunter Pauli, Aboubakar Soumahoro, Cgil e Uil, le sardine Mattia Santori e Jasmine Cristallo, pezzi dell’universo 5S che si sentono a loro agio a sinistra come il presidente della Camera Roberto Fico e la ministra Nunzia Catalfo ma anche gli ex Paola Nugnes e Lorenzo Fioramonti.

A tirare le somme, in serata, ci ha pensato Gessica Allegni, assessora comunale di Bertinoro e parte dell’associazione È viva: «Crisi economica e crisi ambientale sono connesse. Bisogna riaprire la discussione nel governo, esecutivo che sosteniamo, ma è necessario migliorare la qualità della sua azione». Giuseppe Conte è presente con un video messaggio («giustizia, equità, ambiente: condivido i vostri temi») e li incontrerà mercoledì.

Il nemico è Matteo Renzi: «Non si tratta di fare come altri – l’attacco di Allegni, risuonato anche in altri interventi -, cioè ipocritamente tenere alta la tensione per logiche di potere. Vogliamo restituire un ruolo ai luoghi della democrazia. Le nostre proposte sono in campo: patrimoniale, reddito universale e salario minimo, un sistema davvero universalistico della Sanità, un welfare inclusivo, diritto alla casa e diritti per chi lavora».

Il problema, come sottolineato da Castellina, è «su quali gambe far camminare nei territori e nelle istituzioni un nuovo progetto politico, come impresa collettiva». Allegni: «Costruiamo una leadership collettiva per tornare a essere comunità. Oggi (ieri ndr) non nasce un partito ma ci diamo l’obiettivo di realizzare una soggettività politica con una sua autonomia e capacità di rappresentanza. Ci daremo un nome per renderci visibili (Equologia – rete Ecologia sinistra civismo ndr), ci daremo un impegno per le amministrative di primavera, a cominciare dalla rielezione di Sala. Superiamo lo spezzatino di liste come alle ultime regionali».

I lavori sono cominciati ricordando la strage di Piazza Fontana ma anche nel nome di Giulio Regeni e Patrick Zaki. L’avvocata della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini: «Due persone al giorno in Egitto spariscono come Giulio. Chiediamo il ritiro dell’ambasciatore e lo stop alla vendita di armi». Diritti prima degli affari, sostenibilità umana e ambientale prima del profitto. Il deputato e portavoce di È viva Francesco La Forgia: «Dobbiamo trovare un collegamento con i blocchi sociali. Se si lascia che il sistema trovi la sua direzione, finisce per assumere traiettorie che allargano la forbice delle disuguaglianze». E Nicola Fratoianni: «Usciamo dalla subalternità culturale, dobbiamo creare strumenti di redistribuzione delle ricchezze».

Se la sardina Sartori rimprovera ai partiti di esserci arroccati, tra mille leaderini e nessun gregario, Angelo Bonelli dei Verdi interroga i dem: «Il fronte progressista è un tentativo già fatto. Ci vuole innovazione. La questione ecologica permette di intercettare anche i cattolici e i moderati. Se il Pd pensa con lo sbarramento al 5% di risucchiare le altre culture politiche fa un errore strategico che non favorisce neppure il Pd». La risposta dal vicesegretario Andrea Orlando: «Non abbandoniamo la nostra vocazione maggioritaria ma serve una pluralità nell’offerta, con una forte compatibilità tra le diverse forze altrimenti non si è credibili. Un progetto per battere le destre ha bisogno di recuperare una proposta radicale per riconnettersi con chi ha pagato le crisi».

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