La resistenza dei cattolici valsusini ispirata dall’enciclica «Laudato si’»
Ecco un libro multi-tasking. Da un lato permette di comprendere nei dettagli la vicenda Tav Torino Lione in Val di Susa, luogo di transito alpino già sede di quattro importanti […]
Ecco un libro multi-tasking. Da un lato permette di comprendere nei dettagli la vicenda Tav Torino Lione in Val di Susa, luogo di transito alpino già sede di quattro importanti […]
Ecco un libro multi-tasking. Da un lato permette di comprendere nei dettagli la vicenda Tav Torino Lione in Val di Susa, luogo di transito alpino già sede di quattro importanti corridoi trasportistici (due strade, una linea ferroviaria internazionale, un’autostrada): per i No Tav, cittadini, amministratori locali, studiosi, non è in grado di sostenerne un quinto. Dall’altro lato, fa scendere nel concreto molte parti dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco che chiede una conversione ecologica di fronte allo «stato di degrado della nostra casa comune». Infine, sprona tutti alla riflessione e all’impegno, perché la devastazione è in qualunque luogo.
E’ QUESTO L’INTENTO di Prendiamoci cura della casa comune, opera collettiva scritta da un gruppo spontaneo di cattolici di diversi paesi della valle. E’ davvero vivida la corrispondenza fra le constatazioni ed esortazioni di papa Francesco e i dati politici, sociali, ambientali del progetto Tav. Per esempio l’enciclica invita a «rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta»; ebbene, leggiamo nel libro, «le istituzioni e le maggiori forze politiche hanno da sempre rinunciato in forma bipartisan, a ogni ricerca di dialogo».
L’«ACCELERAZIONE dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta», sulla quale l’enciclica invita a riflettere, è proprio alla base della «alta velocità ancora più veloce» alla quale si oppone il movimento in Val di Susa. Al centro, il pretesto di spostare merci dalla strada alla ferrovia: peccato che questo non valga per le autostrade più trafficate, e che agli avvocati del Legal team No Tav non sia mai arrivata una risposta al quesito circa la compatibilità climatico-ambientale del progetto.
E «LA MANIPOLAZIONE dell’informazione», denunciata nella Laudato si’ è ben presente sul fronte Tav Torino-Lione: quanti «schiaffi alla deontologia professionale» dei giornalisti, con un’acquiescenza ai politici dimostrata anche da certi vescovi. E il «paradigma tecnocratico che diventa dominante», sembra ricordare, sostengono gli autori, la filosofia dei futuristi con il loro inno alla distruzione e alla guerra igiene del mondo. Del resto il collegamento con il complesso militar-industriale c’è e preciso: «Il raddoppio della linea Torino-Lione è anche a favore della mobilità militare», evocata dagli stessi documenti Ue.
«LA TAV PORTA LAVORO», si dice. Ma l’enciclica al punto 125 è chiara: «Emerge la necessità di una corretta concezione del lavoro» rispetto al senso dell’azione umana. I militanti valsusini spiegano da tempo che un piano di messa in sicurezza del territorio sarebbe più utile e creatore di lavoro rispetto a una infrastruttura ciclopica, a elevata intensità di capitale e a bassa di manodopera. Ma la volontà politica latita.
LA LOTTA NO TAV E’ INSERITA nella mappa mondiale dei conflitti ambientali del sito Environmental Justice. E del resto, dice la Laudato si’ nel punto 179, «mentre l’ordine mondiale si mostra impotente, l’istanza locale può fare la differenza» per via del senso comunitario e della capacità di cura. Che del resto caratterizzano il movimento No Tav fin dai suoi esordi nel 1989.
«C’E’ BISOGNO DI SINCERITA’ e verità» nelle discussioni politiche, ricorda il papa. Invece, sottolinea il libro, nella trentennale vicenda della Nuova Linea è costante la diffusione di notizie non vere come quella che la linea storica è alla saturazione, e questo grazie a un’altra menzogna: la sopravvalutazione del traffico. La Ls (185) avanza domande: «Davanti a una iniziativa imprenditoriale, occorre sempre chiedersi: per quale scopo? dove? per chi? con quali rischi?». Porsi queste domande di fronte al progetto Tav significa concludere che «è inutile, devasta l’ambiente, è truffaldino, è climaticida». Dire no alla crescita nello scambio di merci significa dire no all’obsolescenza dei beni, cambiare lo sviluppo, rifiutare il falso green.
ALTRO CHE LOTTA NO-NIMBY. Difendere il proprio cortile può significare anche difendere il grande cortile che è la Terra. Negli anni di impegno, la Val di Susa è diventata un laboratorio di alternative replicabili.
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