La Rai prende le misure al governo della destra e si prepara per la nuova stagione politico editoriale. Dopo le dimissioni di Carlo Fuortes della settimana scorsa, il consiglio di amministrazione ha approvato la proposta di nominare Roberto Sergio amministratore delegato, come proposto dagli azionisti dell’azienda radiotelevisiva pubblica.

OLTRE A SIMONA Agnes e Igor De Biasio, consiglieri in quota Lega e Forza Italia, ha votato a favore del candidato espressione della maggioranza la presidente Marinella Soldi. Una scelta dirimente, la sua, per far passare la nomina: Soldi per statuto ha due voti a disposizione. Ha votato contro Francesca Bria, considerata vicina al Partito democratico. Si è invece astenuto Alessandro Di Majo, il consigliere espressione dei 5 Stelle che nei confronti di questo nuovo corso in Rai continuano ad assumere una postura interlocutoria. «Vedremo se il nuovo corso sarà autenticamente inclusivo, plurale e volto al futuro ed in grado di dare risposte efficaci ai tanti problemi dell’azienda – spiega Di Majo – Chiedo pertanto al nuovo vertice aziendale di fare le scelte che servono per il bene del servizio pubblico. La nuova dirigenza verrà valutata in base a queste scelte e sul rispetto del pluralismo che al momento è carente». Ha scelto di non votare anche Riccardo Laganà, il membro del Cda eletto dai dipendenti Rai.

A QUESTO PUNTO è partita la definizione della governance. Intanto, le prime certezze. Fresco di nomina, Sergio formulato le prime cariche. Paola Marchesini sarà direttore dello staff. Come previsto, a Giampaolo Rossi spetterà il ruolo di direttore generale corporate, carica che finora era assunta ad interim da Fuortes. Le priorità elencate dal nuovo vertice sono contratto di servizio e piano industriale, oltre naturalmente alla messa a punto dei palinsesti. A questo proposito, dal Pd Federico Fornaro, componente della Vigilanza Rai, e altri deputati annunciano una proposta di legge sul «sistema duale» per la governance della Rai, con un Consiglio di sorveglianza ed uno di gestione, sul modello dei sistemi adottati in Francia e Germania per le emittenti pubbliche.

ALL’ORDINE del giorno del consiglio di amministrazione del 25 maggio prossimo, invece, ci sono i nuovi direttori. Il foglio Excel con caselle mobili che circola nelle trattative tra partiti prevede l’ormai annunciato Gian Marco Chiocci, attuale direttore di AdnKronos, al Tg1. All’attuale direttrice del telegiornale della rete ammiraglia, Monica Maggioni, andrebbe l’offerta informativa e la conduzione di un programma nella seconda serata del lunedì. Al Tg2 dovrebbe andare Antonio Preziosi, che attualmente lavora al Tg Parlamento. L’attuale direttore del Tg2, Nicola Rao, veterano della destra post-missina in viale Mazzini, dovrebbe essere il nuovo direttore della comunicazione.

POI ALCUNE conferme: al Tg3 resterebbe a Mario Orfeo, la Tgr sarebbe ancora diretta dal Alessandro Casarin (vicino alla Lega). A RaiNews potrebbe restare Paolo Petrecca, anche se la testata all-news fa gola al Movimento 5 Stelle, che nelle settimane scorse ha dato il suo via libera alla nomina di Chiocci e avanza alcune candidature. Gr e Radio1 finirebbero all’ex mezzobusto Francesco Pionati, attualmente dirigente di Noi Moderati con Maurizio Lupi. Se ai 5 Stelle non riuscisse l’operazione RaiNews, toccherebbe Rai Parlamento con Giuseppe Carboni. Infine Raisport: Jacopo Volpi partirebbe in pole position, sempre che questa casella non passi a Petrecca se dovesse lasciare il suo posto.

PER IL DAYTIME è pronto Angelo Mellone, anche lui vicino a Fratelli d’Italia. Era alla convention sulla cultura di destra organizzata all’inizio del mese scorso: dai think tank della destra postfascista è passato da anni al servizio pubblico in attesa di tempi più fausti. Per i programmi di approfondimento c’è Paolo Corsini. Anche nel suo caso non è difficile riconoscerne il pedigree politico: si narra sia solito indossare la camicia nera ogni 25 aprile. Spetterà a lui confermare talk show e programmi d’inchiesta e decidere dell’approdo in Rai di conduttori come Nicola Porro e Massimo Giletti, che dovrebbero rappresentare l’operazione egemonica delle destra. Sergio ha però confermato al Cda che l’anno prossimo ci saranno ancora Report, Cartabianca, In mezz’ora e Chi l’ha visto. L’intrattenimento prime time, infine, andrebbe all’attuale direttore delle risorse umane (quota Lega) Marcello Ciannamea.