Lavoro

La protesta nei trasporti: sciopero delle linee locali, oggi quello dei taxi

La protesta nei trasporti: sciopero delle linee locali, oggi quello dei taxi

Il caso I lavoratori del trasporto pubblico locale aderenti all'Unione sindacale di base hanno risposto a Salvini che aveva cercato di ostacolare la loro protesta il 29 settembre scorso. Oggi la protesta continua con i tassisti aderenti al sindacato di base contro le norme contenute nel "Dl Asset" che penalizzeranno sia i lavoratori che i cittadini

Pubblicato circa un anno faEdizione del 10 ottobre 2023

Una risposta  al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini che il 29 settembre scorso aveva cercato di impedire lo sciopero nel trasporto pubblico locale attraverso la precettazione.

La protesta, organizzata dall’Unione Sindacale di Base (Usb), è stata riprogrammata ieri e ha riscosso tra i lavoratori adesioni fino all’80 per cento da Torino a Bari nelle ferrovie Appulo-Lucane, da Bologna a Roma (Roma-Lido e Roma-Viterbo, metro rallentate). A Milano e provincia Nord-Ovest si è registrata un’adesione del 40%. A Venezia del 70%. L’obiettivo polemico sono state «le privatizzazioni selvagge che alimentano sfruttamento e precarietà con appalti, subappalti e subaffidamenti; contro i pesanti carichi di lavoro, contro le pesanti penalizzazioni salariali derivate dagli ultimi rinnovi contrattuali farsa; contro la mancanza di sicurezza sia per i lavoratori che per l’utenza; per il salario minimo legale ad almeno 10 euro l’ora». I tre concetti che hanno espresso il senso della protesta il sindacato di base sono: «salario, sicurezza, dignità».

Oggi ci sarà lo sciopero dei tassisti, aderenti a Usb, contro il «Decreto Asset», un provvedimento Omnibus, soprannominato «contenitore minestrone». Per la Commissione di garanzia sugli scioperi lo sciopero di oggi è «regolare».

Tra le misure contestate, ci sono quelle sui taxi, all’articolo 3. Usb lo definisce “inopportuno, è la definizione più elegante che siamo riusciti a trovare». «Ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli Enti Locali e il Governo si rimpalleranno le responsabilità dell’incremento delle licenze senza nessun dato concreto». Molto critico è il giudizio sulla possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale. Ciò comporterà anche un attacco al salario. La riduzione del potere d’acquisto del lavoro a seguito dell’aumento del costo della vita non sarà compensata da un reale aggiornamento del reddito dei tassisti. Anzi, a parere di Usb, sarà ulteriormente diminuito.

L’attenzione del sindacato va anche ai cittadini che non possono permettersi i taxi e sono vittime della crisi del servizio pubblico. «Che fine farà la massa di “appiedati” con uno stipendio di 900-1000 euro al mese con sempre meno Bus e Metro?». «La resistenza dev’essere comune» osserva il sindacato contro i tentativi di trasformare la protesta in una presa di posizione corporativa che danneggerebbe i cittadini. Mentre sono questi ultimi ad essere doppiamente danneggiati. Per il ministro «delle Imprese e del Made in Italy», Adolfo Urso, lo sciopero di oggi sarebbe invece, una protesta «poco comprensibile». «È una protesta un po’ a posteriori, anche perché la riforma è in vigore con decreto da qualche mese e l’abbiamo presentata ai tassisti, ai titolari di Ncc e a tutti gli altri attori del settore».

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