La protesta delle maestre in piazza contro il rischio licenziamento
Sciopero Ventimila insegnanti della scuola dell'infanzia e delle elementari hanno scioperato contro la sentenza degli consiglio di stato che mette a rischio seimila posti. In cinquemila hanno manifestato a Roma. E' polemica tra il garante degli scioperi e i Cobas. Anief: "Senza risposte nuove proteste a marzo". La ministra dell'Istruzione Fedeli: "Aspettiamo il parere dell'avvocatura di stato"
Sciopero Ventimila insegnanti della scuola dell'infanzia e delle elementari hanno scioperato contro la sentenza degli consiglio di stato che mette a rischio seimila posti. In cinquemila hanno manifestato a Roma. E' polemica tra il garante degli scioperi e i Cobas. Anief: "Senza risposte nuove proteste a marzo". La ministra dell'Istruzione Fedeli: "Aspettiamo il parere dell'avvocatura di stato"
Migliaia di maestre della scuola dell’infanzia e delle elementari hanno scioperato e manifestato ieri davanti alla sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma. La protesta nel primo giorno di scuola dopo le vacanze natalizie è stata causata da una sentenza del Consiglio di Stato che rischia di espellere i diplomati magistrali dalle graduatorie a esaurimento (Gae). L’agitazione è stata convocata prima delle vacanze dai sindacati Anief, Saese e Cub, con l’adesione dei Cobas. La ministra Valeria Fedeli ha ribadito l’intenzione di individuare «soluzione idonee». «”Abbiamo chiesto all’Avvocatura dello Stato – ha detto – di darci le linee attuative della sentenza del Consiglio di Stato. Appena arriverà la risposta, convocheremo le parti. Sicuramente quella sentenza parla al futuro delle sentenze che riguardano i diplomati magistrali, bisogna saper distinguere le diverse tipologie pregresse». «Inutile attendere il parere dell’Avvocatura di Stato sui diplomati magistrali: se non arriva subito un decreto legge sarà ancora sciopero il primo e il 23 marzo», ha risposto Marcello Pacifico ( Anief).
Forte la polemica tra i sindacati di base e il garante degli scioperi . La protesta non sarebbe stata «conforme alla legge, come già segnalato il 28 dicembre ed il 3 gennaio». Sarebbe stata «violata la regola del preavviso di 15 giorni e il mancato tentativo di conciliazione presso il Ministero». Dura la replica di Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas: «Da tempo abbiamo preso atto di come la Commissione di garanzia vada oltre le proprie funzioni e tenda alla riscrittura delle ‘regole del gioco’ in solipsistica autonomia». Per Bernocchi l’autorità ha commesso «una grave scorrettezza soprattutto nei riguardi delle decine di migliaia di lavoratrici che hanno scioperato». Lo sciopero è stato convocato «con larghissimo anticipo dal sindacato Saese che ha coperto gli scioperanti e l’informazione all’utenza assai prima dei tempi abituali». «È inaccettabile che il contenzioso tra la Commissione e i COBAS appaia nel comunicato una messa in discussione della legittimità dello sciopero».
Sit-in sono stati organizzati anche davanti gli Uffici scolastici regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari. La richiesta è confermare nei ruoli i 6mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l’anno di prova e assumere i 44mila inseriti con riserva nelle Gae che insegnano da molti anni. Solidarietà agli insegnanti è giunta da molte forze politiche: Potere al popolo, Liberi e Uguali, Movimento 5 Stelle, tra gli altri. Per il Miur l’adesione sarebbe stata del 2%. Per i sindacati a Torino avrebbe scioperato un maestro su due.
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