Alla fine della Seconda guerra mondiale trenta milioni di persone lasciano le loro terre d’origine come conseguenza della riscrittura dei confini nazionali in Europa, basti pensare ai dieci milioni di tedeschi costretti da un giorno all’altro ad abbandonare le loro case; tra i tanti, almeno 250.000 lasciano l’Istria e la Dalmazia. Non è una fuga improvvisa ma un esodo che comincia nel 1941, per sfuggire alla guerra e ai bombardamenti alleati (Zara è semidistrutta) e dura fino ai primi anni ’60 toccando tante diverse destinazioni, dall’Italia ai Paesi d’oltreoceano. La stragrande maggioranza degli esuli è di origine italiana, autoctoni o...