La prima volta di Blasco. Il ’77 di Vasco Rossi davanti a un mixer
Televisione Il 28 novembre su Sky Arte riparte «Italian Masters», un format che racconta la genesi di storici vinili dalla voce dei protagonisti. Prima puntata sull'album di debutto dell'artista emiliano che viene ristampato da Sony in edizione speciale, in uscita il 7 dicembre per la nuova serie RPlay
Televisione Il 28 novembre su Sky Arte riparte «Italian Masters», un format che racconta la genesi di storici vinili dalla voce dei protagonisti. Prima puntata sull'album di debutto dell'artista emiliano che viene ristampato da Sony in edizione speciale, in uscita il 7 dicembre per la nuova serie RPlay
Gli appassionati di musica se ne sono accorti da tempo. Per gli altri sarà una magnifica sorpresa. Si tratta di 33giri – Italian Masters, la trasmissione ideata da Stefano Senardi in onda su Sky arte, possibile grazie anche alle grandi antenne del direttore di rete Roberto Pisoni. L’idea è disarmante nella sua semplicità: prendete un album divenuto storico e rileggetelo davanti a un mixer con alcuni dei protagonisti che lo hanno realizzato. Ecco allora l’apertura delle scatolette che contengono i nastri originali, come se si fosse di fronte a un reperto archeologico, poi via con ascolti, spiegazioni, aneddoti, incisi, commenti.
NELLA SCORSA STAGIONE sono stati realizzati almeno un paio di lavori indimenticabili: Creuza de mä di Fabrizio De André (in studio il coautore Mauro Pagani) e Come è profondo il mare di Lucio Dalla. Ma vanno anche citati La voce del padrone di Franco Battiato e Radici di Francesco Guccini. Tutti piccoli gioielli che disvelano qualcosa di non banale rispetto a dischi che fanno ormai parte del nostro panorama musicale. E settimana prossima, mercoledì alle 21.15, inizia la seconda stagione della trasmissione su Sky Arte con Ma cosa vuoi che sia una canzone di Vasco Rossi. Si tratta del suo primo disco, realizzato nel novembre 1977, mentre Bologna era in grande fermento. Vasco all’epoca era dj in radio, anzi a Punto radio, che aveva fondato da precursore, e nelle discoteche. Riscuoteva un buon successo e la cosa sembrava bastargli, ma Gaetano Curreri degli Stadio lo spingeva a diventare cantautore, perché Vasco gli faceva sentire alcune sue composizioni (da ragazzino aveva anche vinto un premio canoro).
COSÌ, DOPO avere realizzato un 45 giri (contenente Jenny e Silvia) in condizioni che definire artigianali è già enfatico, Vasco si fa convincere a realizzare un ellepì. Lo devono registrare a Bologna, entrano in uno studio molto scalcinato e ne escono subito. Impossibile lavorare lì. Raccontano di avere attraversato la strada e di essere andati a sbattere sul portone della Fonoprint, aperta l’anno prima e destinata poi a grandi cose.
LÌ SI IMBATTONO nel fonico Maurizio Biancani e realizzano il disco. Che all’epoca vende solo in Emilia e Romagna, ma c’è già tutto Vasco. Che insieme a Curreri e Biancani riascolta le piste, gli arrangiamenti, i trucchi, i riferimenti accompagnando con la chitarra (se l’era fatta dare per l’occasione in cambio della metà dei diritti d’autore e da allora tutte le sue canzoni sono state composte con quello strumento, nude, poi altri le rivestono in studio). Vasco, che scherza «ma nel ’77 non ero neanche nato», poi però accompagna, anche con il labiale, si appassiona, si entusiasma, è felice di riscoprirsi, di «culturalizzarsi» con quella registrazione ruspante e indipendente, lontana dai discografici, quelli che stanno a Milano. Ora però, in occasione dei 40 anni, perché il disco uscì nel 1978, anche Milano lo ha riscoperto e lo farà uscire «restaurato» da Sony per la nuova serie R»PLAY il 7 dicembre in edizione speciale.
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