Lavoro

La polizia difende la Fiat: sgomberati i picchetti, due feriti

La polizia difende la Fiat: sgomberati i picchetti, due feritiOperai della Fiat di Pomigliano

Pomigliano d'Arco Militarizzati gli accessi allo stabilimento per la protesta di cassintegrati, Fiom e Slai Cobas. Il 28 sciopero e manifestazione a Roma

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 9 giugno 2013
Adriana PollicePOMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI)

Sono arrivati intorno alle 22 di venerdì ai cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, attrezzati a passare la notte in attesa dell’ingresso degli operai per il primo sabato lavorativo dei due imposti dall’azienda. Niente straordinario pagato ma un paio di giorni di ferie aggiuntivi dal 20 agosto. Il Lingotto sostiene che si tratta di produrre 700 Panda in più, richieste dal mercato dell’autonoleggio, gli oltre duemila lavoratori in cassa integrazione dal 2009 a 750 euro al mese possono continuare a stare a casa. Lo Slai Cobas, la Fiom e il Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat e delle aziende terziarizzate chiedono di rientrare tutti sulle linee con i contratti di solidarietà. Con loro studenti e movimenti. È arrivato anche il vescovo di Nola, Beniamino Depalma: «Marchionne dia fiducia ai lavoratori di Pomigliano, mettere fuori operai di 40, 45 anni significa commettere un delitto umano. Non si badi solo al profitto».
«I primi dipendenti sono arrivati ore prima del turno delle 6. Intorno a mezzanotte già si presentavano ai cancelli – racconta Ciro D’Alessio – Si avvicinavano per parlare con noi, “non vogliamo forzare il picchetto” ci dicevano, ma gli agenti in assetto antisommossa lampeggiavano, poi si avvicinavano “buon giorno, polizia” e li accompagnavano dentro. Una cosa mai vista. Michele De Palma, responsabile settore auto della Fiom, è andato dai poliziotti a chiedere spiegazione e quelli lo hanno strattonato, urlavano, gli hanno chiesto i documenti e lo hanno identificato. Questi non sono tutori dell’ordine, ma la vigilanza privata della Fiat pagata dal contribuente». Circa mille tra poliziotti e carabinieri per militarizzare gli accessi al Gianbattista Vico: «Eravamo al varco 2, quello che si usa di solito – spiega il segretario generale Fiom di Napoli, Andrea Amendola – ma era tutto organizzato. Gli uomini in divisa erano al cancello 1, che si usa solo per le merci, dove hanno fatto entrare i lavoratori impedendoci qualsiasi contatto. Ho partecipato a tanti picchetti, la polizia si occupa sempre e solo dell’ordine pubblico. Ieri invece tutto quello che facevano era predisposto con la Fiat».
Un piccolo gruppo di manifestanti si è staccato per occupare la strada, avevano lo striscione “No al reparto confino di Nola”, cioè il reparto della logistica mai entrato in funzione dove l’azienda ha relegato i dipendenti più sindacalizzati o con Ridotte capacità lavorative, eternamente in cig. Le forze dell’ordine si sono immediatamente lanciate contro il corteo bloccando a terra un manifestante, portato via in ambulanza (alla fine due i feriti). Naturalmente anche la polizia si è fatta refertare perché poi ci sarà sempre tempo per decidere se far partire qualche denuncia. «In molti ci hanno raccontato – prosegue Ciro – che i capi li hanno chiamati a casa “vieni, qui tutti sono entrati, non hai scuse” dicevano. Oppure “vieni a lavorare perché a quelli stanotte gli facciamo il culo”. Addirittura hanno promesso agli operai del primo turno che, se fossero restati anche per il secondo, avrebbero avuto i soldi dello straordinario».
I manifestanti non si sono fatti intimidire. Ieri mattina hanno occupato i locali pubblici abbandonati vicino alla villa comunale di Pomigliano. Lo Slai Cobas si mobiliterà ancora per il prossimo sabato lavorativo, nuove proteste con la Fiom verranno decise in settimana. Si fa sentire anche Maurizio Landini: «Non abbiamo compreso lo schieramento di polizia al presidio. Non c’era nessuna questione di ordine pubblico che giustificasse un uso simile dei soldi e delle risorse pubbliche, visto che il presidio aveva l’obiettivo di difendere il lavoro, la democrazia e la Costituzione, i cui principi sono costantemente violati dalla Fiat, non solo a Pomigliano». La Fiom chiede un incontro con il ministero dell’Interno e con il governo e annuncia per il 28 giugno uno sciopero con manifestazione a Roma dei lavoratori del gruppo e di quelli della componentistica.

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