I resoconti giornalistici ci hanno consegnato l’immagine di un Secondo Casadei, il re del liscio e il papà del suo inno Romagna mia, campione del tradizionalismo, alfiere di un’Italia provinciale, refrattaria alle novità e nemica dei balli moderni. A smentire questo pregiudizio basterebbero i versi di un suo brano del 1928, La nostra orchestra: «La danza nuova o quella antica/È ugual fatica che noi facciam/Il nostro scopo è solo uno/che mai nessuno s’abbia a lagnar…». Per Aurelio Casadei, detto Secondo, nato nel 1906 in Romagna a Sant’Angelo di Gatteo, l’imperativo è sempre stato quello di far ballare. Scorrendo la sua...