Di libro in libro, Attanasio è sempre più attenta alla concretezza, alla natura fisica della sua lingua: le labbra sono fin dalla prima pagina pastose e, da subito, la scia delle stelle è detta «farinosa». Abbandonata (ma non del tutto, se basta il sibilo di un «soffio d’erba») la mobilità magniloquente e inquieta del mare, l’isola dove esistere è avere amato, si sta davanti alla natura come una pianta infitta nella terra. L’intenzione di restituire il reale con onestà profonda è altrettanto onestamente chiara. La scrittura di Daniela Attanasio, anche nel suo libro Di questo mondo (Aragno editore) vuole essere...