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La Pac affossata dalle lobby

Europa La «nuova» Pac conferma il sostegno senza discussione a un’agricoltura industriale che continua a concentrare potere e risorse

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 5 novembre 2020

Una politica agricola ed alimentare va vista nella sua capacità di cambiare radicalmente direzione togliendo il supporto a sistemi agrari e alimentari che demoliscono ogni giorno le risorse sui cui prosperano – terra, acqua, lavoro – a scapito dell’intera società.

La «nuova» Pac (Politica agricola comune dell’Unione europea), conferma una ingiusta ripartizione delle risorse finanziarie e del supporto politico, e questo viene riconosciuto dagli stessi parlamentari che, in uno delle centinaia di emendamenti approvati nei giorni scorsi a Strasburgo, sostengono «…La nuova politica dovrebbe rappresentare anche una semplificazione per i beneficiari che dovrebbero ricevere un reddito equo…1».

Quello che stupisce analizzando gli emendamenti del Parlamento europeo è la conferma della forza delle lobbying, forza spesso trasversale ai partiti e la debolezza delle convinzioni dei parlamentari, evidentemente con le dovute eccezioni. Poche in verità.

Parole chiave, come «digitalizzazione», «benessere animale», «competitività», «produttività», «agricoltura di precisione», «nuove tecnologie» ripetute in modo quasi ossessivo, finiscono per confermare il sostegno mai messo in discussione ad un’agricoltura industriale che concentra potere e risorse. Questo è possibile per una totale mancanza di un qualunque dibattito nella società europea su che cosa mangiare, chi lo deve produrre, come deve essere prodotto e dove deve essere prodotto. Le uniche voci che arrivano ai deputati – di cui non sospetto nessun elemento corruttivo – sono quelle di lobbying che, facendosi gioco delle regole della democrazia sostanziale, usano gli spazi democratici formali che consentono loro di costruire politiche pubbliche a supporto della riorganizzazione attuale del capitalismo europeo, di cui «il settore agricolo e alimentare» è un pilastro fondamentale (digitalizzazione, penetrazione del capitale finanziario, dematerializzazione dei beni e servizi, artificializzazione del cibo e del sistema agrario, distruzione dei diritti, in particolare quelli del lavoro).

UN RIFERIMENTO PER TUTTI: DELLE 6 IMPRESE sementiere che dominano il mondo (riferimento OCSE, 2019), 4 sono europee, di cui la prima di gran lunga la più potente, poi la quarta, la quinta e la sesta. La più importante degli Usa è solo terza. Togliamoci qualche dubbio scorrendo gli emendamenti. «Competitività»: «… Articolo 28 bis – Programmi di miglioramento della competitività. Il sostegno ai programmi di miglioramento della competitività assume la forma di un pagamento annuale ed è concesso sotto forma di: a) pagamenti concessi in base agli ettari ammissibili e destinati ad integrare il sostegno al reddito di base …». Ma si aggiungono altri soldi anche se nell’azienda si possono annoverare elementi del paesaggio «…Gli elementi del paesaggio sono inclusi tra i componenti della superficie agricola…». Un latifondista che dichiara centinaia di ettari contenenti tali elementi, li può escludere dalla coltivazione e ricevere comunque i soldi Pac

«QUALITA’ DEGLI ALIMENTI». «…f) aumentare il valore e la qualità dei prodotti, in particolare migliorando i prodotti destinati ad essere trasformati» (Articolo 28 quater). Semplice. Gli agricoltori debbono produrre alimenti di qualità industriale così che l’industria di trasformazione possa ridurre i costi di produzione per ottenere cibi artificalizzati.

«Beni pubblici europei». Nell’elenco di tali beni1 non figura nessun riferimento al lavoro, al benessere dei lavoratori della terra in particolare. Figura invece il «benessere animale». C’è un raro emendamento che corregge questo limite: «….c) consolidare il tessuto socioeconomico delle zone rurali per contribuire a preservare i posti di lavoro e crearne di nuovi, garantendo un reddito agli agricoltori, garantendo un equo tenore di vita per tutti i popolazione e combattendo contro l’esodo rurale…».

QUANTO PUO’ RICEVERE UN’AZIENDA come fondi della Pac? Ecco l’emendamento approvato» … (La Commissione) è responsabile del monitoraggio in tempo reale e sospensione dei pagamenti quando l’importo totale supera: a) 500.000 EUR nel primo pilastro per i pagamenti diretti; b) 1.000. 000 EUR per investimenti nell’ambito del secondo pilastro; qualsiasi superamento del tetto massimo è notificato alla Commissione. La Commissione valuta caso per caso se, nei casi debitamente giustificata, può essere fatta un’eccezione …».

Vale la pena di ricordare che in Italia (2018) solo 84 aziende superano il tetto dei 500.000 euro, sarebbe facile monitorarle e sospendere i pagamenti. Staremo a vedere, ma c’è una scappatoia «tecnica» già decisa. E per i piccoli agricoltori quanti soldi ci sono? «…Gli Stati membri fissano una soglia per superficie e/o un limite minimo di pagamenti diretti e concedono pagamenti diretti solo agli agricoltori attivi le cui superfici e/o volumi di i pagamenti diretti soddisfano o superano dette soglie…». Se sei troppo piccolo o se ti spettano pochi soldi della PAC, ora non li riceverai più. In Italia le aziende che ricevono meno di 5.000 euro di fondi Pac sono circa 652.000 su un totale (2018) di 780.000 aziende che ricevono soldi dal primo pilastro Pac. Comunque questo «risparmio» produrrebbe la somma non modesta di 878 milioni su un totale di soldi distribuiti dal primo pilastro di 3,7 miliardi di euro circa (2018), risparmio che si aggiungerebbe ai fondi da ripartire tra le grandi aziende. Le misure ambientali. Un emendamento, invece di indicare il cambiamento di un sistema di produzione insostenibile invita le aziende, per poter ricevere soldi in più in base agli ettari, a scegliere alcune azioni da una lista. Continuando con un sistema industriale, intensivo con un forte impatto, scegli ad esempio di «…f) misure a favore di uso sostenibile e ridotto di pesticidi, in particolare quelli che rappresentano un rischio per la salute o la biodiversità…», oppure questa «…i) misure per ridurre input e per migliorare la gestione sostenibile risorse naturali, come agricoltura di precisione…» (georeferenziazione e connessione satellitare, cioè capitalismo della sorveglianza, uso degli Ogm invisibili, etc). Tecnologia invece di agroecologia.

CRITICARE NON BASTA. E IN ARI CREDO utilizzeremo a fondo questo: «Emendamenti 1097, 1125 e 1180 – Regolamento proposto Articolo 134 bis (nuovo) – Testo proposto dalla Commissione. Meccanismo di reclamo per agricoltori e PMI 1. La Commissione stabilisce un meccanismo che permette agli agricoltori o alle PMI di presentare un reclamo direttamente alla Commissione nei seguenti casi: – accaparramento di terreni o minacce seria in questo senso; – grave negligenza da parte delle autorità nazionali….; — pressione o intimidazione da strutture criminali, oligarchiche o nell’area della criminalità organizzata; – gravi violazioni dei diritti umani Fondamenti…».

* Associazione rurale italiana (Ari)

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