Memore dei trionfi dell’Udc, anche Matteo Renzi lancia la sua lista «Il centro». Sarà in pista alle europee del giugno 2024, archiviando- almeno per il momento- lo sfortunato Brand di Italia Viva che, dal 2019, ha collezionato solo magrissimi risultati.
L’ex premier, forse stanco della tripla vita da senatore, direttore di giornale e conferenziere ben pagato dall’Arabia saudita, ha deciso di correre alle europee, come capolista nel nord-ovest, dunque lontano dalla sua Firenze. «Non lo faccio perché alla ricerca di chissà quale ulteriore riga nel curriculum», assicura. L’obiettivo dichiarato, e non da oggi, è «prendere voti sia dal Pd che da Forza Italia», nella convinzione che stavolta «c’è un pertugio per il centro, fatevelo dire da chi un po’ di politica la mastica».

Che la mastichi non c’è dubbio, quanto ai suoi pronostici, dal referendum del 2016 in poi, non ne ha azzeccato uno. Fatta salva la geniale operazione che lo ha riportato in Parlamento nel 2022 coi voti di Calenda, l’ennesimo compagno di strada di cui si è rapidamente liberato. Lo slogan è il generico «né con Meloni né con Schlein», e l’ex leader Pd, da molti considerato una stampella del governo, si descrive come uno che «fa opposizione alla seconda, e cioè sia al governo che a questa opposizione che viaggia in folle».

Con lui non ci sarà Calenda, motivo per cui il traguardo del quorum appare un miraggio. Anche se le destre dovessero, con un blitz, abbassarlo dal 4 al 3%, per Renzi sarebbe comunque durissima. La truppa di Italia Viva è allo stremo, molti dirigenti, a partire dalle ex ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti, non condividono la decisione di chiudere tutti i ponti col centrosinistra. Di partner esterni non ci sarà quasi nessuno. Forse Letizia Moratti, forse il gruppo di ex dem legati e Beppe Fioron, il siciliano Cateno De Luca si è già chiamato fuori accusandolo di essere una «maschera pirandelliana».

Tanto che Renzi è costretto a lanciare un appello ai suoi colleghi di Iv: «Dobbiamo metterci tutti in gioco, bisogna dare una sveglia Europa o si va tutti a casa, l’Europa rischia di saltare. Andiamo a chiedere il voto di chi non vuole lasciare la Ue ai sovranisti alla Le Pen e ai populisti di sinistra». L’operazione rischia di svuotare di senso ancora di più la già fragile Italia Viva, che non ha presentato il proprio simbolo alle politiche e ora farà altrettanto alle europee. «Iv non lascia ma raddoppia, i l congresso si farà», assicura Renzi. Lui stesso aveva detto che si sarebbe dovuto tenere tra ottobre e novembre.

Renzi ribadisce le accuse a Calenda di aver fallito fallire la federazione tra Iv e azione. «No a una infinita telenovela tra noi». «In bocca al lupo Centro, qualunque cosa sia», la gelida replica di Calenda. Tra i dirigenti di Iv solo Enrico Borghi, Raffaella Paita e Silvia Fregolent plaudono all’iniziativa del leader. Così anche l’ex sottosegretario Sandro Gozi, ora in Europa con il partito di Macron. Gasparri profetizza: «Una operazione camaleontica destinata a fallire come le precedenti: le europee saranno il suo capolinea».