È scattata ufficialmente ieri 2 febbraio la «caccia al pirata» con la nuova piattaforma per bloccare i siti che trasmettono illecitamente eventi sportivi coperti da copyright.

L’avvio del nuovo strumento è arrivato nei tempi previsti, dopo la conclusione del tavolo tecnico lo scorso dicembre con cui l’Agcom aveva definito i requisiti operativi per il suo funzionamento.

L’ultimo «scoglio», il ricorso di Assoprovider, è stato superato la scorsa settimana con il via libera del Tar del Lazio, secondo cui «l’azione dell’Autorità risulta finalizzata a fornire strumenti di rapido intervento nei confronti dei fenomeni massivi di violazioni del diritto d’autore online, ma non in conflitto con l’esercizio della funzione giurisdizionale».

IL FUNZIONAMENTO della piattaforma, denominata Piracy Shield e sviluppata dallo studio legale Previti, che l’ha donata dalla Lega di Serie A, è il seguente: chi detiene i diritti dell’evento sportivo deve inviare una segnalazione, registrandosi sulla piattaforma con lo Spid. Piracy Shield provvederà poi a inoltrare in modo automatico l’alert agli Internet service provider (Isp).

A questo punto il sito pirata sarà bloccato attraverso il suo indirizzo ip, entro i successivi trenta minuti. Una «corsa contro il tempo», dunque, perché le partite durano 90 minuti e gli hacker creano in poco tempo nuovi indirizzi di trasmissione.

Dopo il primo banco di prova dell’anticipo di serie A di ieri sera Lecce-Fiorentina, si attende la risposta della piattaforma con il big match di domenica tra Inter e Juventus.

L’Inghilterra è attualmente l’unico altro Paese ad utilizzare uno strumento simile. Secondo gli ultimi dati Favap relativi al 2022, l’incidenza complessiva della pirateria sugli eventi sportivi live in Italia è del 12%, percentuale piuttosto più bassa dei film attestati al 35%.