La Nato ha l’incubo della Russia: in Ucraina, nell’Artico, ovunque
Nato L’audizione di ieri del Comandante supremo delle forze Nato in Europa, Curtis Scaparrotti al Congresso Usa non è stata certo di routine. Scaparrotti ha concentrato la sua attenzione in particolare […]
Nato L’audizione di ieri del Comandante supremo delle forze Nato in Europa, Curtis Scaparrotti al Congresso Usa non è stata certo di routine. Scaparrotti ha concentrato la sua attenzione in particolare […]
L’audizione di ieri del Comandante supremo delle forze Nato in Europa, Curtis Scaparrotti al Congresso Usa non è stata certo di routine. Scaparrotti ha concentrato la sua attenzione in particolare sulla Russia. Secondo il generale sarebbero necessarie «forze aeree e navali aggiuntive» per contenere la Russia nel quadro dell’«Iniziativa europea di difesa» e in particolare nel teatro ucraino.
«Le autorità di Kiev ci hanno chiesto di avere assistenza specifica, un aiuto per migliorare i sistemi dei cecchini, la fornitura di lancia-granate per la marina militare» ha sottolineato il generale Nato. La flotta ucraina, secondo gli americani, non avrebbe dato gran prova di sé nello scontro di novembre nello stretto di Kerch con i russi e ora sarebbe necessario correre ai ripari. Dal 2014, da quando è iniziato il confronto tra Russia e Ucraina, gli Usa hanno concesso a Kiev oltre 1,5 miliardi di dollari in assistenza militare e in particolaredal 2018 hanno attrezzato l’esercito ucraino dei micidiali missili anticarro Javelin.
Ma è da tempo che le navi Nato stanno perlustrando la zona. Ieri l’agenzia Ria Novosti ha informato che due navi dell’Alleanza, la fregata Barbaros e la Martì, hanno attraccato a Odessa. In precedenza, alla fine di febbraio, il cacciatorpediniere missilistico statunitense Donald Cook, in grado di trasportare fino a 56 missili da crociera Tomahawk e con un’autonomia di 1.600 chilometri, aveva anch’esso a lungo sostato nel porto della città ucraina.
Il generale a quattro stelle americano ha messo in guardia i parlamentari Usa anche a proposito della crescente colonizzazione russa dell’Artico. «Le rotte del Mare del Nord sono sempre più aperte e su di esse si addensano interessi commerciali. La Russia ha costruito nella regione una serie di aeroporti e dispiegato sistemi radar avanzati. E ha cominciarono a spostare periodicamente vari sistemi di difesa al fine di aumentare il controllo sulla zona» ha rivelato il comandante, aggiungendo la necessità di rafforzare la presenza americana nella regione con l’invio di unità militari navali e sottomarine. «Stiamo inviando il segnale che l’Artico è importante anche per noi», ha detto Scaparrotti.
Il vice presidente del comitato del consiglio della Federazione russa per gli affari internazionali, Vladimir Dzhabarov, in un’intervista a RT, ha voluto commentato le parole di Scaparrotti. «Tutta questa isteria del generale americano – ha detto il politico russo – riguardo alla presunta minaccia russa è volta a ottenere più soldi per il suo budget e prima di tutto dagli americani in quanto principali contribuenti della Nato».
Il deputato alla Duma e analista militare Andrey Koshkin a Radio Sputnik ha sostenuto che affermazioni così provocatorie come quelle del generale non contribuiscono certo alla stabilizzazione mondiale. «L’aumento del potenziale del potenziale Nato in Europa è una brutta tendenza poiché aumenta la probabilità di un conflitto diretto» ha concluso Koshkin.
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