La multa che punisce il vai e vieni del parking
Habemus Corpus L’annuncio potrebbe sembrare uguale a quello di tanti quartieri di nuova generazione che promettono appartamenti «Esclusivi» in condomini «Attraenti», situati in zone «Tranquille»
Habemus Corpus L’annuncio potrebbe sembrare uguale a quello di tanti quartieri di nuova generazione che promettono appartamenti «Esclusivi» in condomini «Attraenti», situati in zone «Tranquille»
L’annuncio potrebbe sembrare uguale a quello di tanti quartieri di nuova generazione che promettono appartamenti «Esclusivi» in condomini «Attraenti», situati in zone «Tranquille» circondate dal verde e «Ogni comfort». L’abile linguaggio da marketing non aggiunge un particolare insidioso. Siamo a Bülach, sobborgo residenziale a 20 chilometri a nord di Zurigo che, immobiliarmente parlando, è la città più costosa della Svizzera. In quel complesso, detto anche ghetto Bülach e che è simile a tanti altri quartieri sorti nei dintorni di grandi città, ti vendono appartamenti di metratura medio alta, ma non troppo, che costano fino a circa 950mila franchi. Ovviamente c’è anche il parcheggio che costa 35mila franchi, ma attenzione, se lo acquisti dovrai rispettare regole rigorosissime e inaspettate.
Eccole. Non sarai libero di usare l’auto come ti pare e piace. È previsto, infatti, che non si possa entrare e uscire dal parking per più di due volte al giorno, che vuol dire un’andata e un ritorno. Quindi, o porti i figli a scuola, o vai a fare compere, o vai al lavoro, o torni a casa in taxi, o ti fai accompagnare da un amico, o acquisti un parcheggio per ogni patentato della famiglia che, in ogni caso, dovrà rispettare quella regola. A prima vista potrebbe sembrare una stranezza da maniaci del controllo, e infatti alcuni giornali locali l’hanno già definita una delle cinque leggi più stupide della Svizzera.
In realtà, dietro questa regola c’è un piano complesso che si chiama Concetto di Mobilità Globale. L’intento è di accelerare il passaggio al trasporto pubblico. Cantone e Comune hanno stabilito che ogni residente dovrà ricoprire una quota di viaggi in autobus, treno o tram pari almeno al 55% dei suoi spostamenti. Se non lo fa, arriva una multa. Se una ditta ha un parcheggio per i dipendenti e questi usano l’auto troppo spesso, tipo anche nella pausa pranzo, l’azienda corre il rischio di vedersi togliere l’area parking. Perché il controllo funzioni, si devono dotare entrate e uscite di ogni garage con fotocamere e rilevatori. In epoca di algoritmi non è difficile arrivarci, anche se un po’ di ansia questa cosa la mette perché vuol dire che non sei più libero nemmeno di dimenticarti qualcosa, che devi programmare ogni passo, che se ti si rovescia il caffè sul vestito o incontri la persona della tua vita, andare a casa a cambiarti può costare parecchio. Per non parlare del vicino vendicativo o rompipalle.
Ora, immaginatevi questo meccanismo neanche applicato, ma solo ipotizzato da noi. Immaginatevi un abitante di Milano 2 o Milano 3 tampinato dai radar sommapassaggi. O un qualsiasi residente romano, ma anche napoletano o palermitano, costretto a contare quante volte al giorno può prendere l’auto e se sgarra, zacchete, contravvenzione. Scoppierebbe una rivoluzione peggio di quella per i sacchetti alimentari a pagamento e allora sì che si vedrebbe un vero e proprio assalto fisico al Palazzo. Ora, non è che a Bülach se ne stiano zitti e buoni, e infatti c’è già chi pensa di cambiare le regole, anche perché alcuni promessi acquirenti, scoperta la conta del vai e vieni dal parking, stanno cercando casa altrove, però lo fanno alla svizzera, argomentano e studiano compromessi. In ogni caso lì gli automobilisti sanno di essere già dei controllati speciali e per le seguenti ragioni: la polizia è impietosa con gli eccessi di velocità e ogni anno aumentano in modo sensibile le aree urbane con i limiti a 30 all’ora. Ma, soprattutto, hanno poche scusanti perché treni e autobus funzionano, sono puliti, frequenti e in orario. Più o meno come a Roma. O no?
mariangela.mianiti@gmail.com
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