Politica

La morte del senatore forzista Bruno

Un’ischemia celebrale è stata fatale a uno dei protagonisti della politica del centrodestra sulla giustizia e sulle riforme istituzionali. Donato Bruno, originario della provincia di Bari ma trapiantato a Roma […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 18 agosto 2015

Un’ischemia celebrale è stata fatale a uno dei protagonisti della politica del centrodestra sulla giustizia e sulle riforme istituzionali. Donato Bruno, originario della provincia di Bari ma trapiantato a Roma da cinquant’anni, aveva 66 anni ed era entrato nel giro berlusconiano nella seconda metà degli anni Novanta. Avvocato penalista, era stato candidato in parlamento da Forza Italia nel 1996 e da allora sempre rieletto. È stato responsabile giustizia del partito negli anni del berlusconiano assalto alle procure, poi presidente della commissione affari costituzionali della camera e presidente della giunta per le elezioni – dove gli toccò gestire, a lui previtiano di prima fila, la decadenza di Cesare Previti dalla camera dei deputati. È stato anche presidente del comitato parlamentare di indagine sul G8 di Genova, una commissione che si volle priva dei poteri di indagine e che di conseguenza licenziò una relazione finale – firmata da Bruno – del tutto reticente sulle responsabilità delle forze dell’ordine, ma che pure non piacque al centrodestra allora al potere che avrebbe accettato solo un pubblico encomio a carabinieri e polizia. Bruno è stato protagonista di tutti i tentativi di modifica della legge elettorale, a partire dal pessimo Porcellum del 2005, e delle varie «bozze» che negli anni hanno proposto revisioni costituzionali. Rimasto in Forza Italia e dunque all’opposizione, sull’attuale proposta del governo era tuttavia considerato dalla ministra Boschi un interlocutore disponibile alla mediazione.

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