L’incontro di domani alle 10 nella sala lauree dell’università Roma tre in Via Silvio D’Amico 77 tra Elly Schlein (Pd) e Giuseppe Conte (Cinque Stelle), insieme a Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) sarà il primo, in pubblico e in una sede scientifica, tra partiti di opposizione e sindacati sul problema politico ed economico del momento: il rapporto tra salari e inflazione mentre la Banca Centrale Europea continua ad aumentare i tassi di interesse. Si svolgerà sotto forma di una conferenza con le relazioni di Mario Pianta, Maria Cecilia Guerra, Pasquale Tridico, Lilia Cavallari, Sergio Nicoletti Altimari, alla luce della prossima pubblicazione del libro L’inflazione in Italia. Cause, conseguenze, politiche, curato da Mario Pianta per Carocci (ne abbiamo scritto su Il Manifesto del 29 giugno).

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L’incontro si terrà a poche ore dall’accordo tra Pd, Cinque Stelle, Verdi-Sinistra, Azione (ma non Renzi) su una proposta di salario minimo a 9 euro l’ora. L’intesa è stata rilanciata dal Pd come la prova che il partito di Schlein ha un’agenda sociale che comprende la questione abitativa e il lavoro. Conte (5S) ha detto che una convergenza con il Pd può avvenire su questioni puntuali: «Il consolidamento di un’intesa politica è un processo che necessita tempo». Le opposizioni intendono incalzare il governo che non intende comunque adottare alcuna misura di salario minimo. La ministra Calderone, insieme alla Cisl che ha rotto il fronte con Cgil e Uil, ha ribadito che, per il governo, il salario minimo non va fatto per legge ma attraverso una combinazione fumosa di elementi che vanno dalla contrattazione ai rinnovi contrattuali (che non ci sono, salvo alcune eccezioni) e incentivi alle imprese sotto forma di detassazioni e defiscalizzazioni.

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«Ci sono tre milioni di lavoratrici e lavoratori poveri -ha risposto Schlein (Pd) – Questo governo non può non capire che sotto una certa soglia non si può parlare di lavoro ma è sfruttamento. La nostra proposta rafforza la contrattazione collettiva, fa valere per tutti i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto comparativamente più rappresentativo».

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«Il no del governo è un errore – – ha aggiunto Antonio Misiani (Pd) – Ci batteremo per superarlo». Si prepara una lunga battaglia simbolica.