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La maggioranza (per ora) assolve Santanchè

La maggioranza (per ora) assolve SantanchèDaniela Santanchè – LaPresse

Afffari e politica Bocciata la mozione di sfiducia al senato, il Terzo polo non partecipa al voto

Pubblicato circa un anno faEdizione del 27 luglio 2023

«È una bellissima giornata». Il senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale a suo carico in merito alle vicende che riguardano le sue imprese e Daniela Santanchè saluta così il risultato: 111 no e 67 sì. La maggioranza si è schierata compatta con la ministra del turismo, mentre hanno votato a favore del documento, presentato dal Movimento 5 Stelle, il Partito democratico e Alleanza Verdi Sinistra. I senatori di Azione-Italia Viva, come previsto, non hanno preso parte al voto.
È il capogruppo M5S Stefano Patuanelli a illustrare il testo della mozione di sfiducia: stigmatizza le «condotte spregiudicate» circa le «regole sindacali e previdenziali», poi invoca Giorgia Meloni sollecitando un gesto di «responsabilità politica». La presidente del consiglio non è in aula. C’è il vicepremier Matteo Salvini che per un attimo pensa anche di sedersi, tra i banchi del governo, sulla poltrona presidenziale. Sfottò dagli emicicli della minoranza. In realtà la squadra di governo è ben rappresentata: ad un certo punto accanto alla ministra sotto accusa compaiono dodici membri dell’esecutivo. Patuanelli sa che la sua mozione si schianterà di fronte ai rapporti di forza parlamentare ma gioca la carta dei precedenti e ricorda a Meloni che negli ultimi ogni volta che un governo si è chiuso a riccio di fronte alle sfiducie individuali ha poi coltivato il germe della crisi al suo interno.

Per il Pd ha parlato Walter Verini. Secondo il quale ci ci sono «zona d’ombra» che Santanchè non ha chiarito. «Dà l’impressione di tenere più a se stessa che alle istituzioni. Se tenesse alle istituzioni non terrebbe inchiodato qui per ore, mentre la Sicilia brucia, il ministro della Protezione civile ad ascoltare questo dibattito». La Russa si scompone: «Il riferimento a dov’è il ministro non è corretto». Replica duro Verini: «Presidente lei è qui a presiedere, non a fare l’esegesi delle nostre interpretazioni. Lei non deve usare questa carica in modo discrezionale». Poi Tino Magni di Alleanza Verdi Sinistra interroga i colleghi: «Che credibilità può avere una rappresentante delle Istituzioni che ha mentito sapendo di mentire?».

Il fatto è che Santanchè continua a negare di aver detto il falso. «Lo scorso 5 luglio ho già avuto occasione di entrare in modo dettagliato sui vari aspetti di questa inchiesta pseudo-giornalistica – ha detto – Non intendo entrare nuovamente nel merito, in quanto ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza. Mi permetto solo, per l’accusa che mi è stata ingiustamente rivolta, anche con grandissimi titoli sui giornali, di ribadire che, quando sono venuta in senato, non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia da parte della procura della repubblica di Milano. Anche gli organi di stampa hanno confermato che alla mia residenza, a Milano, è stata consegnata la proroga delle indagini in data, esattamente, 17 luglio. Per cui, non solo ho detto la verità, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire».

Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo sostiene che chi ha presentato la mozione «con una mossa sola ha rafforzato il ministro, la premier Meloni e diviso le opposizioni: direi che è una mezza disfatta». Anche Azione e Italia Viva ritrovano la concordia nel criticare la scelta dei 5 Stella. «Complimenti al M5S per questa ‘bellissima giornata’ regalata alla ministra Santanchè». Gli risponde Giuseppe Conte: «Le opposizioni che hanno disertato il voto sono complici».

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