La lontra è tornata, tuteliamola
Ogni tanto arrivano anche delle belle notizie! Nell’ambito di un censimento finanziato dal Wwf Italia è stato individuato un nuovo nucleo di lontra lungo il fiume Garigliano (Frosinone): la scoperta, […]
Ogni tanto arrivano anche delle belle notizie! Nell’ambito di un censimento finanziato dal Wwf Italia è stato individuato un nuovo nucleo di lontra lungo il fiume Garigliano (Frosinone): la scoperta, […]
Ogni tanto arrivano anche delle belle notizie! Nell’ambito di un censimento finanziato dal Wwf Italia è stato individuato un nuovo nucleo di lontra lungo il fiume Garigliano (Frosinone): la scoperta, fatta dal biologo Simone Giovacchini, responsabile dei censimenti nel Lazio, è la prima segnalazione della specie in questa regione dal 2000.
Il monitoraggio, che si concentra nel nord-centro Italia, vale a dire nelle regioni dove questo raro mustelide risulta assente o scarsamente segnalato, arriva a circa 40 anni dal precedente e ad oltre 10 dal Piano di conservazione per la lontra curato dall’Ispra. Si avvale del supporto scientifico dell’Università del Molise, dove operano alcuni dei maggiori esperti mondiali sulla specie, come la professoressa
Anna Loy, ed è coordinato da referenti regionali che coinvolgono volontari con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulla presenza della specie nelle aree periferiche all’attuale areale, concentrato in gran parte nel centro-meridione, ma anche sul disturbo antropico che limita le possibilità di espansione della specie.
Strettamente legata ai corsi d’acqua, come testimoniano i suoi adattamenti (corpo allungato, fitta pelliccia, zampe palmate, narici che si chiudono in immersione), la lontra, ancora oggi tra gli animali più rari del nostro Paese, per sopravvivere ha bisogno di habitat fluviali integri e ricchi di vita. Dopo aver rischiato nel secolo scorso l’estinzione in Italia, da qualche anno è in lenta, ma costante ripresa. Grazie anche alle politiche nazionali ed europee di conservazione, si è assistito alla riunificazione dei due nuclei meridionali (gli unici vitali del Paese), all’espansione in alcune regioni confinanti e al timido ritorno nell’area alpina legato a qualche segnale positivo nel versante francese/ligure e in quello austriaco/sloveno. Nonostante questo, la popolazione italiana è ancora oggi tra le più minacciate d’Europa, essendo ancora assente in gran parte del suo areale storico, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali: oggi si stimano in Italia tra gli 800 e i 1.000 individui, un numero ben al di sotto del limite vitale.
Le minacce per questa specie sono note e vanno dalla distruzione degli habitat fluviali all’inquinamento da carichi urbani e industriali, dall’impoverimento della fauna ittica, risorsa fondamentale per questo carnivoro, al bracconaggio legato al conflitto con pescatori e allevamenti ittici. Negli Anni ’80 fu proprio il Wwf in Italia a lanciare per primo l’allarme sullo stato della lontra, dando vita al Gruppo Lontra Italia e coordinando il primo monitoraggio nazionale dalla primavera del 1984 all’autunno del 1985, in cui emerse che solo il 6% dei 1.300 siti monitorati erano occupati dalla specie. Nel 1993 il «Manifesto del Gruppo Lontra Italia» portò a identificare una serie di Centri Lontra, tra cui quello dell’Oasi Wwf del Lago di Penne in Abruzzo, ma anche a creare nuove aree protette lungo bacini fluviali per la conservazione della specie come il fiume Sele in Campania. I dati che emergeranno dal nuovo censimento forniranno elementi fondamentali per pianificare nuovi interventi, avendo sempre presente che la conservazione della lontra potrà essere assicurata solo se si garantirà la tutela del suo habitat.
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