La libertà linguistica dei prigionieri
Alias Domenica

La libertà linguistica dei prigionieri

Dialetti di guerra Il governo austriaco impose al trentenne Leo Spitzer la censura delle missive scritte dai soldati della guerra 1915-18: e lui ricavò, da quelle formule sgrammaticate, la loro redenzione
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 8 maggio 2016
«Mi dai tanti saluti a zia c. e digli che una notte mi in sognavo che per forza mi voleva far manciare i gniochi con li cieci mi sveglai e mi trovavo a Mautausen e passa il tempo e pure deve venire un giorno che li posso rimanciare». Il sogno del prigioniero italiano, lontano dal suo Abruzzo, rinchiuso alla fine del 1915 dagli Austriaci nel campo di Mauthausen (lo stesso luogo che, nella memoria delle tragedie europee, diventerà trent’anni più tardi uno dei più feroci Lager dello sterminio ebraico), è un mondo di Cuccagna, una madornale mangiata di gnocchi con...
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