Nel fazzoletto bianco con le righe rosse è avvolto un oggetto che Mayumi Suzuki (Onagawa 1977, vive e lavora a Zushi, Yokohama) ha rinvenuto tra le macerie dello studio di suo padre, nello stesso edificio dell’abitazione di famiglia nella città di Onagawa, insieme ad alcune istantanee in parte danneggiate dall’acqua e dal fango. Una città sulla costa nordorientale del Giappone, nella prefettura di Miyagi, che l’11 marzo 2011 è stata spazzata via dallo tsunami generato dal devastante terremoto. È la prima volta che Mayumi porta all’estero la lente di un apparecchio fotografico di suo padre che è qualcosa di più...