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La Lega tira dritto

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Razzisti Maroni: «Il nostro è solo diritto di critica». E Salvini incontra Marine Le Pen a Strasburgo

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 16 gennaio 2014

A chiedere scusa non ci pensano nemmeno. Figuriamoci a fare marcia indietro. Anzi, tutti contenti per aver pubblicato gli appuntamenti istituzionali del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, adesso «la Padania» e la Lega nord non solo respingono le accuse di razzismo ma si ergono anche a baluardo della libertà di stampa: «Non capisco perché contestare il ministro Kyenge sia razzismo e contestare il presidente Maroni, come avviene qualche volta, sia un atto di grande democrazia», ha detto ieri Roberto Maroni, che della Lega è stato segretario prima di cedere il posto a Matteo Salvini una volta eletto governatore della Lombardia. Quello che Maroni non dice è che nessuno lo ha mai apostrofato chiamandolo «orango» o tirandogli delle banane, come è successo invece con la titolare dell’Integrazione. Ma i leghisti hanno avuto anche il coraggio di indossare i panni della vittima. Ieri è successo per ben due volte: «Mi dicono che stamattina ci sia stata una corsa alle edicole per acquistare la Padania, è la risposta della nostra gente agli attacchi e alle intimidazioni fatte contro la Lega da chi addirittura invoca il sequestro fascista», ha detto Salvini, che ieri a Strasburgo ha incontrato Marine Le Pen, la leader del Front national con cui la Lega farà gruppo comune al parlamento europeo.

Salvini fa riferimento a un commento all’ultima bravata leghista apparso ieri su un giornale e in cui, in un passaggio, si fa ipotizza il sequestro del quotidiano. Ma tanto è bastato ai senatori leghisti per inscenare in serata una piazzata a palazzo Madama esibendo il giornale e minacciando: «Non toccate la Padania o scateniamo l’inferno». Detto da chi in parlamento ha esibito il cappio, non è male.

Il clima razzista creato dagli attacchi alla Kyenge intanto fa salire la tensione. Ieri all’ufficio postale di palazzo Chigi è arrivata una lettera indirizzata al ministro dalla quale fuoriusciva una polvere bianca. Fortunatamente si è trattato solo di un falso allarme. La polvere che usciva dalla busta, spedita da Palermo e senza mittente, era solo bicabornato, ma tanto è bastato per alzare ulteriormente il livello di sorveglianza attorno a palazzo Chigi. Intanto la Lega fa scuola con i suoi insulti, come dimostra la deputata di Forza Italia Jole Santelli. «I neri hanno la fortuna di non doversi truccare come noi. Quindi sono più fortunati», ha detto l’ex sottosegretario alla Giustizia del governo Berlusconi. Che poi, di fronte alla critiche suscitate dalla sua affermazione, ha parlato ovviamente di strumentalizzazioni.

Nel mirino della stupidità razzista ieri è finito anche Kalid Chaoki, il deputato del Pd di origine marocchina che per aver solidarizzato con il ministro si è beccato gli insulti dei soliti leghisti: «Ogni volta che apre bocca, per fanatismo e stupidità, mi ricorda Himmler», ha detto il vicepresidente dei senatori del Carroccio Gianluca Pini. Mentre il suo collega Nicola Molteni ha invitato Chaouki a «cucirsi al bocca», chiaro riferimento alla protesta messa in atto da un gruppo di immigrati nel Cie romano di Ponte Galeria. Da segnalare, infine, anche la posizione di Guido Crosetto, Fratelli d’Italia, che ha annunciato di voler cominciare a comprare la Padania: «Non mi permetterò mai di chiederne la censura o la chiusura, come non mi sono mai nemmeno immaginato di fare con altri quotidiani o organi di partito sui quali ho letto cose false o assurde o vergognose».

Va detto che sul fronte opposto, quello di chi dovrebbe indignarsi per gli insulti al ministro dell’Integrazione, non è che ci siano state molte manifestazioni di solidarietà, fatto che forse qualche interrogativo dovrebbe sollevarlo. «Noi abbiamo garantito il pieno sostegno al ministro, e siamo contro ogni forma di razzismo», ha detto il ministro degli Interni Angelino Alfano, mentre il presidente della Camera Laura Boldrini incontrerà la Kyenge mercoledì prossimo. Livia Turco ha invitato invece le forze politiche e le associazioni a indire una manifestazione contro il razzismo. «Ciò che sta accadendo a Cecile Kyenge – ha detto l’esponente democratica – non deve essere sottovalutato, perché le parole sono pietre, i gesti lasciano traccia e possono costruire una cultura dell’indifferenza verso quello che è vero e proprio razzismo».

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