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La Kryptonite di Barbareschi

La Kryptonite di  BarbareschiLuca Barbareschi

Polemiche Il caso degli 8 milioni di euro - soldi pubblici - stanziati per salvare il capitolino teatro Eliseo, ente privato

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 31 maggio 2017

Certo non è propriamente Il conte di Montecristo, dove la giustizia finale trionfa; piuttosto un feuilleton dei peggiori e più bolsi, anche se si vuol ammantare dell’aura gigionesca della Stangata. È un caso di favore mai visto in epoca repubblicana, perché anche la Dc era molto più brava ad ammantare di finte equità i propri tramesti nel mondo degli spettacoli. Invece il tormentone del regalone a Luca Barbareschi, oggi imbracciato dal dualismo del Nazareno, è proprio una brutta storia. Con un solo merito, quello di aver snidato altri abitanti del mondo dello spettacolo (l’Agis e molti responsabili di teatri), costretti a scoprirsi ed emettere almeno un belato di protesta davanti a quella che sembra appunto una sceneggiatura impazzita.

Il superjolly all’Eliseo e a Barbareschi, una sua logica pure avrà: quattro milioni stanziati da Padoan nel milleproroghe a inizio anno, poi ridotti a due dopo la generale levata di scudi, anche fuori del circolo degli spettatori teatrali, e oggi miracolosamente moltiplicati a otto grazie alla prodezza di due onorevoli Batman e Robin, uno Forza Italia e l’altro Pd, che salvano l’Eliseo Gotham con quattro milioni quest’anno e altri quattro l’anno prossimo. Bingo sì, ma certo a capire non ci aiuta l’aritmetica, e neanche alcuna possibile scala di valori. L’Eliseo avrà fatto una stagione leggermente migliore di altri teatri, ma non basta a giustificare questo vero furto con destrezza (rispetto a tutti i regolamenti vigenti) compiuto dalla politica. Già, assieme al più elementare senso di giustizia, è proprio la politica a uscirne peggio.

Il ministro Franceschini, che firmò il decreto regolativo della scena italiana, conferma il gioco dei bussolotti scoperto dal Tar del Lazio, e non sembra voler muovere un refolo di sipario; il ministro Padoan che tace con improvvisa afasia; il suo viceministro Morando che riconosce l’ingiustizia e ne incolpa il parlamento come se non fosse lui il governo. E il ministero, e i suoi sostenitori parlamentari che si lacerano dietro a un mitico «codice dello spettacolo» da approvare chissà quando (la relatrice Pd lo dava per sicuro in primavera, di chissà quale anno) si struggono nell’impotenza. Che kryptonite maneggia Barbareschi?

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