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La Koalition litiga sugli immigrati dell’Est

La Koalition litiga sugli immigrati dell’EstBus in partenza da Sofia diretto in Germania – Reuters

Germania Spd contro i bavaresi della Csu sulle limitazioni alla libera circolazione dei lavoratori romeni e bulgari

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 3 gennaio 2014

L’armonia fra alleati di governo è durata poco. Il neonato esecutivo tedesco guidato da Angela Merkel incomincia l’anno con la prima, pesante polemica interna. A contrapporsi, i democristiani bavaresi della Csu e la socialdemocratica Spd. L’oggetto del contendere è la libera circolazione dei lavoratori romeni e bulgari nell’Unione europea, possibile senza restrizioni dal primo gennaio: le eccezioni che valevano per paesi come la Germania e la Gran Bretagna non valgono più. Come sta accadendo oltremanica, anche nella Repubblica federale c’è chi semina il panico, agitando lo spettro dell’invasione di famelici scansafatiche interessati solo a godere dei benefici dello stato sociale.

Capofila della campagna anti-migranti è la Csu, tradizionalmente collocata su posizioni più di destra del «partito-fratello» Cdu. «Chi imbroglia, se ne vola via»: in questo slogan i conservatori bavaresi condensano le loro proposte mirate ad arginare il temuto afflusso di persone dall’Europa orientale. «Uno slogan idiota», secondo il socialdemocratico Michael Roth, sottosegretario agli esteri, a giudizio del quale «la Csu non ha capito cosa significhi l’Europa». Più diplomatico, ma altrettanto netto il titolare dello stesso dicastero, Frank-Walter Steinmeier, anch’egli Spd: «Mettere in discussione il principio della libera circolazione significa danneggiare l’Europa e la Germania».

Cosa vogliono esattamente i democristiani della ricca Baviera? Primo, che sia negata ogni forma di prestazione sociale ai cittadini Ue non-tedeschi nei primi tre mesi in cui risiedono nella Repubblica federale. Ma la proposta-chiave è un’altra: impedire il ritorno in Germania a coloro che si siano resi responsabili di «falsificazioni di documenti» nei rapporti con l’amministrazione tedesca. Una proposta «severa» rivelatrice di una chiara insinuazione: dietro ogni cittadino comunitario dei Paesi più poveri – ancora peggio se un rom bulgaro o romeno – c’è un parassita che vuole farsi mantenere, ricorrendo a mezzucci e sotterfugi, dal generoso contribuente teutonico.

Populismo di destra allo stato puro, che nelle intenzioni dei dirigenti della Csu dovrebbe tornare utile per ottenere buoni risultati alle elezioni comunali in Baviera di marzo e alle europee di maggio. Un appuntamento, quest’ultimo, dove la concorrenza a destra sarà insolitamente agguerrita, considerando la novità della presenza degli euro-scettici di Alternative für Deutschland, che alle politiche dello scorso settembre mancarono di un soffio l’ingresso in parlamento, restando dello 0,3% al di sotto della soglia di sbarramento del 5%.

La cancelliera Merkel sinora si è tenuta al di fuori della querelle, lasciando che fossero esponenti di rango inferiore della sua Cdu a intervenire, dando un colpo al cerchio e l’altro alla botte. «L’immigrazione da Romania e Bulgaria è un vantaggio per la nostra società in via di invecchiamento, ma in Germania può venire solo chi ha un lavoro», ha dichiarato il vicesegretario democristiano Armin Laschet. A Merkel non interessa alimentare la tensione all’interno della maggioranza di governo, e sa di non poter né seguire gli «amici» bavaresi, perché la Spd non lo consentirebbe, né mettere loro la museruola. E quindi evita di prendere nettamente posizione, comportandosi secondo lo sperimentato schema della legislatura precedente, quando nel governo se la davano di santa ragione la Csu e i liberali della Fdp e lei stava a guardare.

Critiche nei confronti dei conservatori bavaresi sono giunte naturalmente dalle forze di opposizione di sinistra. Per il co-segretario della Linke, Bernd Riexinger, le parole d’ordine diffuse dalla Csu sono razziste, non dissimili da quelle dei neonazisti della Npd, tristemente noti per un manifesto elettorale in cui campeggia un «buon ritorno a casa» augurato a persone dalle fattezze «non-ariane». Dai Verdi giunge l’accusa di «avvelenare il clima sociale». E con toni e argomenti diversi, anche le organizzazioni imprenditoriali non gradiscono le idee della Csu: dalla Camera tedesca di commercio e industria fanno sapere che «la manodopera straniera è benvenuta».

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