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La «Guida insolita» di Federico Soleri

Divano La rubrica settimanale a cura di Alberto Olivetti
Pubblicato circa un anno faEdizione del 22 settembre 2023

In uno dei componimenti che figurano ne La ronda di notte l’ultima raccolta di poesie di Corrado Govoni (1884-1965) uscita postuma presso l’editore milanese Ceschina ad un anno dalla morte del poeta, si leggono questi profetici versi: «Alla trinità dei monti / invece di azalee / troverem scaglionati giovanoni / a torso nudo in facili calzoni / per tutti i viali della turisteria». Con sessanta anni di anticipo, virtù divinatoria talora elargita ai poeti dagli dei, Govoni descrive la Piazza di Spagna dei nostri giorni e in quell’immagine si compendia, possiamo dire, l’intero centro storico di Roma oggi, invaso dalla ‘turisteria’, ossia quel mobile intrupparsi, intrecciarsi e ostacolarsi in assembramenti di internazionali composite provenienze che formicolano permanentemente, un giorno dopo l’altro, a costipare il cuore non solo di Roma, ma di Firenze, di Venezia e di…, e di…, e di…: dell’Italia intera, insomma. E il nostro.

La ‘turisteria’ è la modalità di muoversi nel vasto mondo «scaglionati», per stare alla parola di Govoni, cioè a gruppi, a drappelli, a squadre. Clienti di agenzie di viaggio aggregati e combinati, sulla base delle prenotazioni a suo tempo ricevute, e ‘guidati’ (si dica ‘portati’) davanti a un monumento almeno per il tempo necessario a scattare i selfie, l’incontrovertibile prova che la zia invia, a Tokio o a Chicago, in tempo reale alla giovane nipote prediletta con un tweeter: «Questa sono io. Alle mie spalle il Vaticano, dove c’è il Papa. Ieri, nel nostro gruppo, abbiamo mangiato la pizza camminando mentre andavamo alla Fontana di Trevi, progettata da Federico Fellini, come ci ha detto la guida, che sa tutto di Roma».

Dal turismo alla turisteria. È la turisteria che va incrementata. È una risorsa economica primaria, grazie ai giacimenti storico-artistici della Penisola, i più ricchi del mondo, ci si sente ripetere da sindaci, da economisti, da cuochi, da gestori di Bed and Breakfast in nero. Un orgoglio della Nazione, dicono Meloni e i suoi adeguati ministri alla Cultura e al Turismo, quei due suoi santi protettori addetti al ramo che si è scelta per rinnovare la Patria, San-giuliano e San-tanchè, niente meno!

Nel resoconto d’un suo viaggio, tra i molti dallo scrittore intrapresi e divenuti spunto per altrettante sue interessanti prose, Alberto Moravia (1907-1990) in Lettere dal Sahara, nel 1981, scriveva: «Dopo tutto, il turismo non è sempre stato soltanto consumismo; originariamente era una forma di educazione sentimentale; si partiva per il ‘tour’ o per il ‘grand tour’ per conoscere il mondo e, attraverso il mondo, se stessi».

A questa «forma di educazione sentimentale», a questa «conoscenza di se stessi» da acquisire grazie ad una conoscenza dei «mondi» che visitiamo, vicini e meno vicini, mostra di essersi dedicato in questi nostri anni di turistume tracimante Federico Soleri con la sua Guida insolita alla Liguria con incursioni in Toscana e digressioni varie, Santa Margherita Ligure, Edizioni Tigulliana, giunta nel 2020 alla sesta edizione. Un prezioso contributo il suo, esemplare per essere agli antipodi dal modo dominante di visitare paesi e città a testa vuota; all’opposto di quell’attraversare luoghi in truppa, senza cogliere panorami e paesaggi; e contrastando, con notizie puntuali e riferimenti circostanziati, quel nulla sapere di avvenimenti occorsi e di personaggi e tradizioni che quei luoghi contrassegnano rendendoli unici, dagli irripetibili caratteri per le memorie che custodiscono e, per tanto, riconoscibili nella loro identità storica, artistica e culturale, e per le tradizioni locali e le consuetudini vuoi di ricorrenze e feste vuoi di cibi. Ecco segnalata la piccola fattoria che produce olio e formaggi.

O la vigna a conduzione familiare o l’antico panificio. E indicate osterie e trattorie di sicuro affidamento. Nella davvero «insolita guida» di Soleri, colto avvocato di Massa, la narrazione di episodi e figure, la descrizione dei luoghi e le «digressioni varie» sono arricchite da uno straordinario e sorprendente corredo di numerose immagini, spesso rare, mai esornative e sempre eloquenti.

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