Ogni comunità letteraria ha le sue icone, i suoi missionari. È un destino che in Italia conosciamo bene, a lungo impegnati con la questione dello scrittore attivista, alla bisogna santo o peccatore. In Ucraina tale sorte è ormai appannaggio di Serhij Žadan, scrittore e musicista underground. È del 2016 la traduzione italiana del suo romanzo più noto, La Strada del Donbass, seguito due anni dopo dai racconti di Mesopotamia. A chiudere il trittico è Il convitto (Voland, pp. 320, euro 17, traduzione di Giovanna Brogi e Mariana Prokopovyc), ultimo atto di una trilogia della frontiera, per dirla alla Cormac McCarthy,...