La guerra di Fdi contro l’aborto: «Obbligatorio seppellire i feti»
Come la destra Usa Proposta di legge per le sepolture «anche senza il consenso delle madri». Insorge il Pd: «Oscurantisti, vogliono punire le donne e abolire la 194». Meloni aveva presentato una proposta analoga nel 2019 in Campidoglio
Come la destra Usa Proposta di legge per le sepolture «anche senza il consenso delle madri». Insorge il Pd: «Oscurantisti, vogliono punire le donne e abolire la 194». Meloni aveva presentato una proposta analoga nel 2019 in Campidoglio
Sull’esempio della destra americana, è partito l’attacco di Fratelli d’Italia contro la legge 194. E così i candidati alle prossime politiche, a partire dal senatore Luca De Carlo annunciano che ripresenteranno la proposta di legge (già depositata in questa legislatura a prima firma Isabella Rauti) che impone la sepoltura dei feti abortiti sotto le 28 settimane, anche senza la richiesta e il consenso dei genitori.
Nel testo si indicano le modalità di sepoltura. Se i genitori non dovessero fare richiesta, sarà l’Asl ad occuparsi della pratica «in un’area cimiteriale dedicata o nel campo di sepoltura dei bambini del territorio comunale in cui è ubicata la struttura sanitaria».
L’OBIETTIVO DEL PARTITO di Meloni è di generalizzare quello che già accade in varie parti d’Italia, spesso ad opera di associazioni pro-life che stipulano accordi con le Asl e organizzano tumulazioni con cerimonie religiose. Proposte di legge in questa direzione sono già state presentate nelle Regioni guidate da Fdi, come l’Abruzzo. Nelle Marche le norme per riconoscere il diritto di sepoltura dei feti sono già presenti dal 2015, quando alla guida delle regione c’era il centrosinistra, sollecitate dall’Udc. Ma in questi ultimi due anni le associazioni pro-life hanno trovato orecchie molto attente.
La Regione, come l’Umbria governata dalla Lega, non ha voluto recepire le indicazioni ministeriali sulla pillola Ru486 nei consultori. Il capogruppo Fdi Carlo Ciccioli ha parlato della necessità di disincentivare l’aborto per evitare la «sostituzione etnica» degli italiani. Come ha denunciato Chiara Ferragni, proprio le Marche a guida Fdi stanno diventando una terra in cui abortire è «praticamente impossibile». «Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni», l’allarme lanciato dalla influencer.
IL SENATORE DE CARLO insiste: «A me non sembra normale che una vita venga smaltita come un rifiuto speciale», dice a Tpi. «Una donna che decide per ‘x’ motivi di interrompere la gravidanza, avrà il diritto di poterlo fare e il feto avrà il diritto di essere seppellito». Quello delle sepolture è un marchio di fabbrica delle associazioni antiabortiste americane: nel 2016 l’allora governatore dell’Indiana Mike Pence (poi vice di Trump) lo ha fatto proprio con una legge statale, poi confermata dalla Corte Suprema nel 2019. Una sorta di apripista della sentenza del giugno che ha cancellato negli Usa il diritto costituzionale all’aborto.
IL CENTROSINISTRA INSORGE: «Una proposta oscurantista e contro le donne», attacca la dem Chiara Gribaudo. «L’obiettivo è uno solo: criminalizzare chi interrompe una gravidanza indesiderata, anche se lo fa a norma di legge», le fa eco Cecilia D’Elia, coordinatrice delle donne Pd. Sandra Zampa, ex sottosegretaria alla Salute, incalza Meloni: «Tu vuoi una legge che imponga la sepoltura dei feti con croci e nomi? E magari, come già avvenuto, con il nome della donna che ha scelto l’interruzione di gravidanza?». Secondo Zampa «il solo scopo della proposta di legge è sorvegliare e punire le donne». Non c’è bisogno di risposte: nel 2019 Meloni è stata prima firmataria al Comune di Roma di una proposta di delibera per la sepoltura dei feti «anche senza il consenso dei genitori».
MONICA CIRINNÀ RICORDA quanto accadde a Roma nell’autunno del 2020, quando una donna, dopo un aborto terapeutico, denunciò la presenza in un’area del cimitero Flaminio di croci con i nomi delle madri. Il Comune di Roma è corso ai ripari, rimuovendo i nomi delle donne dalle lapidi. «Sul tema dell’aborto la destra sta uscendo allo scoperto: a parole dicono di voler preservare la 194, ma – giorno dopo giorno, proposta dopo proposta – rendono evidente una cultura contraria all’autonomia femminile». Per i radicali, senza il consenso «si tratta di una pratica illegale e in violazione della privacy».
A De Carlo danno manforte Rauti e Lucio Malan: «Attacchi incomprensibili, noi vogliamo dare piena attuazione alla 194 non abolirla. Qualcuno sembra spaventato dall’idea che una donna, dopo aver considerato la possibilità di abortire, decida invece di portare a termine la gravidanza». «Alla vecchia maggioranza la nostra proposta non interessava, per questo la ripresenteremo», spiega De Carlo.
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