La gioventù di Robert De Niro
L'impaziente inglese In C’era una volta in America, Robert De Niro appare prima alla sua vera età, poi come un vecchio e poi per buona parte del film – circa un’ora – […]
L'impaziente inglese In C’era una volta in America, Robert De Niro appare prima alla sua vera età, poi come un vecchio e poi per buona parte del film – circa un’ora – […]
In C’era una volta in America, Robert De Niro appare prima alla sua vera età, poi come un vecchio e poi per buona parte del film – circa un’ora – come bambino di 12 anni. Nel film di Sergio Leone, De Niro interpreta il gangster ebreo Noodles. Da vecchio – a circa 60 anni – De Niro con un po’ di trucco e un po’ di peso non è così diverso dal vecchio De Niro che conosciamo, solo che nel film per fortuna non c’è traccia del Nonno Scatenato. Per il ruolo del bambino Noodles Leone usa l’attore Scott Schutzman Tiler. Al giorno d’ oggi grazie al ‘de-aging’ digitale sarebbe facile fare un Robert De Niro dodicenne. Nello stesso film c’è anche Jennifer Connelly – dodicenne anche lei – che fa Deborah, interpretata da adulta da Elizabeth McGovern. Sarebbe stato bellissimo aggiungere qualche anno in più a Jennifer per il resto del film.
Nel nuovo film di Martin Scorsese The Irishman in uscita su Netflix il prossimo mese De Niro che adesso ha 76 anni è visto da giovane – un soldato nell’esercito – e poi durante la sua carriera da assassino professionista per conto della mafia americana. La sorpresa è che Scorsese non usa come modello il giovane De Niro che conosciamo. Nel film, De Niro è sempre più rotondo, più solido: non ha quell’aspetto affamato che abbiamo conosciuto da Taxi Driver a Prima di Mezzanotte. E si muove come un vecchio con una lentezza deliberata. Aiuta il fatto che è circondato anche da Joe Pesci e Al Pacino, entrambi ringiovaniti con la stessa magia digitale.
Nel passato la tecnologia è stato usata con – diciamo – un successo parziale. Jeff Bridges in Tron Legacy deve affrontare una versione di se stesso da giovane ma almeno è dentro ad un computer perciò una certa artificiosità ha senso. Carrie Fisher in Rogue One e’ stata portata indietro nel tempo con l’uso di un’attrice, Ingvild Deila che assomiglia alla giovane Leia e ritoccata con il digitale. Samuel L. Jackson in Captain Marvel fa una versione anni novanta – fra l’altro binoculare – di Nick Fury. Come tanti passi in avanti questi primi tentativi rischiano di sembrare molto datati nel futuro prossimo, come i primi film che hanno usato il CGI. La mossa di Scorsese mostra l’audacia tipica del regista di L’ultima tentazione di Cristo.
Però sorge una domanda; per citare Jeff Goldblum in Jurassic Park ‘solo perché possiamo fare una cosa, dobbiamo fare quella cosa?’ In C’era una volta in America c’era una discontinuità fra una parte e l’altra ma questo è il senso del film, non un suo fallimento. Il film chiedeva: possiamo diventare persone diverse? possiamo davvero cambiare? Verso la fine del film Deborah (McGovern) rimuove il suo trucco da Cleopatra per rivelare la giovane McGovern truccata tanto da sembrare adesso vecchia. E poi c’è anche uno dei ruoli più belli di De Niro – il giovane Don Corleone in il Padrino Parte II – che forse oggi non potrebbe esistere. Non so. Veramente. Tutto cambia, ma poi la tecnologia dice ‘forse no’.
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