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La galassia inascoltata discute di diritti umani, lavoro, acqua e cibo

La galassia inascoltata discute  di diritti umani, lavoro, acqua e cibo

Youth4Climate Dall'Eco Social Forum al Climate Camp

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 1 ottobre 2021

Si è conclusa ieri l’ultima giornata della Youth4Climate di Milano: l’iniziativa organizzata da Onu e governo italiano con altri 400 giovani attivisti da tutto il mondo come evento introduttivo della Pre-COP26.

Fuori dal mondo dei giovani delegati ufficiali, però, c’è un’intera galassia di attivisti per il clima, studenti, lavoratori di cui il mondo politico non vuol nemmeno sentire parlare. Una realtà complessa che di fatto è stata gentilmente invitata a rimanere all’esterno delle aule dei potenti.
Nella mattinata di ieri, gli attivisti della piattaforma Climate Justice Platform e Rise Up 4 Climate Justice insieme a ADL Cobas e Extintion Rebellion hanno bloccato le strade intorno al Palazzo del MiCo in cui si riuniscono i leader della preCOP per chiedere subito “giustizia climatica”. Proprio a partire da ieri, infatti, in concomitanza con gli incontri della preCOP, ha preso il via il Climate Camp della piattaforma con dibattiti e discussioni per ribadire l’impossibilità di una transizione ecologica interna alla logica capitalistica.

Con il nome di “Climate Open Platform”, invece, dal 28 a ieri, in concomitanza con la Youth4Cimate, oltre 130 realtà si sono già riunite nelle piazze, nei giardini e nelle aule universitarie della città di Milano per discutere in un Eco Social Forum della loro contro-proposta ai grandi della Terra. Questi gli assi tematici principali: diritti umani; acqua, cibo e risorse; lavoro ed energia; economia e finanza; saperi; città, territori e comunità per una transizione sistemica.

Mondi lontani non troppo abituati a dialogare si sono uniti in un’unica piattaforma: organizzazioni e associazioni come Greenpeace, Legambiente, WWF, A Sud, Associazione Terra!, Mani Tese hanno dialogato con i collettivi e le organizzazazioni universitarie come Unione degli Studenti, Unione degli universitari, Link – Coordinamento universitario, e poi Libera, Banca Etica, i sindacati e molte altre le organizzazioni impegnate nella difesa del clima. Uno sforzo di sintesi su azioni da portare avanti in campo economico e finanziario, nel mondo del lavoro, nell’ambito della formazione e dei diritti umani e nella gestione delle risorse.

Sul fronte dei diritti umani è stata ribadita la necessità del riconoscimento degli effetti dei cambiamenti climatici sui diritti umani nel diritto internazionale. Anche sulle risorse la richiesta principale è stata quella di tornare a un sistema di gestione pubblica dell’acqua e delle risorse agricole. Mentre sul lato della formazione si è andati nel merito delle proposte, con un programma dettagliato di riorganizzazione del mondo della ricerca, dell’Università e dell’educazione nelle scuole basato non più sulla logica del merito ma su quella dell’accesso al sapere per tutti. E infine idee sulla gestione della città, sui trasporti e sugli strumenti di tassazione per frenare le speculazioni finanziarie e il greenwashing. E per finire una presa di posizione sul lavoro, con la richiesta che la transizione ecologica non sia più utilizzata come “scusante” per delocalizzare e chiudere stabilimenti produttivi.

Le proposte saranno presentate oggi al Climate Strike for future nel documento dal titolo “la dichiarazione del futuro”.
Un quadro variegato di realtà e richieste che sono riuscite a declinare in chiave ecologista ambiti d’azione diversi, e che cercano di dare risposta a una realtà conflittuale priva di toni pastello.

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