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La Francia: riunione urgente della Ue sull’immigrazione

La Francia: riunione urgente della Ue sull’immigrazioneFrançois Hollande – Reuters

Tragedia dell'immigrazione Per il primo ministro Ayrault "la compassione non basta". Anche il Belgio chiede una politica comune sull'immigrazione. Ma la destra attacca: esclusione dei paesi che non sanno controllare le frontiere esterne della Ue (Grecia in testa). Tra i cinque paesi che ricevono il maggior numero di domande d'asilo, l'Italia non compare

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 6 ottobre 2013

Il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, ha chiesto ieri una “riunione d’urgenza” del Consiglio europeo sull’immigrazione. “E’ importante che i responsabili europei ne parlino assieme, e presto – ha detto Ayrault, in vista a Metz – tocca a loro trovare la risposta giusta, la compassione non basta”. Ayrault, “profondamente colpito” dalla tragedia di Lampedusa, è sulla stessa posizione del ministro degli esteri belga, Didier Reynders, che ieri ha affermato che il dramma di Lampedusa “ha una dimensione europea” e illustra “tragicamente la necessità di una politica europea di immigrazione globale”, che dovrebbe essere “solidale e equilibrata”, attraverso una migliore politica di cooperazione con i paesi d’origine per migliorarne la situazione economica. In effetti, dal 2009, la Ue puo’ legiferare in materia di immigrazione e asilo, ma la principale azione concreta è stato il rafforzamento di Frontex, la polizia delle frontiere.

La richiesta di portare in Europa la questione dell’immigrazione arriva in Francia in un momento di particolare tensione rispetto alla presenza dei Rom, mentre ci sono voluti giorni per cercare una soluzione a 60 rifugiati siriani che chiedono di andare in Gran Bretagna e hanno occupato un molo a Calais, minacciando di gettarsi in acqua. Ieri, il presidente dell’Ump, il principale partito di opposizione, ha subito ribattuto a Ayrault chiedendo di “riformare Schengen”, una “priorità assoluta dopo la spaventosa tragedia di Lampedusa”. Copé attacca il Ps, che venerdi’ aveva pubblicato un comunicato dove la Ue veniva invitata a “interrogarsi sulla gestione delle frontiere marittime che a volte si trasformano in fortezza”. “Quando sento la reazione del Ps, che questa catastrofe è successa perché l’Europa è una fortezza, mi cadono le braccia”, ha commentato Copé. Per il presidente dell’Ump, “finché lasceremo credere a milioni di donne e uomini nel mondo che l’Europa è un continente aperto a tutti i flussi, che le nostre frontiere sono un colabrodo, allora ci saranno mafiosi per sfruttarli, ci saranno rifugiati pronti a tentare il tutto per tutto per arrivare sul nostro suolo”. Nel 2011, Marine Le Pen era andata a Lampedusa, per denunciare “l’invasione”.

Quando l’Italia si rivolge all’Europa dovrebbe ascoltare bene cosa dice un politico come Copé, anche se per fortuna adesso la destra non è al potere in Francia: per Copé, bisogna “sanzionare e anche escludere i paesi che non controllano le frontiere esterne dell’Europa, malgrado gli impegni presi”. Per il momento, Copé ha citato solo la Grecia, che come altri paesi di passaggio “non si sentono implicati perché sanno che chi arriva non resterà”. Copé ingiunge al governo francese di ricorrere alla politica della “sedia vuota” a Bruxelles (come ai tempi di de Gaulle, tra il ’65 e il 66, allora contro il carattere sovranazionale che stava prendendo la Comunità europea). Nel 2012, il 70% delle domande di asilo politico nell’Unione europea hanno riguardato cinque paesi, Germania (70mila), Francia (60mila), Svezia (44mila), Belgio e Gran Bretagna (36mila a testa). L’Italia non fa parte di questo gruppo di testa.

 

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