ExtraTerrestre

«La Foresta Umbra protegge dal grande caldo»

«La Foresta Umbra  protegge dal grande caldo»

Intervista Il professor Pasquale Marziliano, esperto di foreste vetuste: è un grande contenitore di biodiversità e carbonio, un luogo che aiuta a contrastare i cambiamenti climatici

Pubblicato più di un anno faEdizione del 27 luglio 2023

Sulle faggete della Foresta Umbra patrimonio dell’Unesco abbiamo intervistato il prof. Pasquale Marziliano, docente di Ecologia Forestale e di Pianificazione degli ecosistemi Forestali all’università Mediterranea di Reggio Calabria. Marziliano è autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali. Una ventina sono dedicate alle foreste del Gargano, dove spesso si reca con i suoi studenti.

Perché le faggete della Foresta Umbra sono patrimonio dell’Unesco?

Perché sono all’interno di una foresta vetusta. Le foreste vetuste hanno un valore scientifico-didattico superiore a tutte le altre foreste perché sono dei contenitori di biodiversità, mentre le altre lo sono molto meno. Sono dei contenitori di carbonio che in tempi di cambiamenti climatici assumono una certa importanza perché li contrastano. Le foreste vetuste sono caratterizzate da un processo privo di intervento dell’uomo. Tutti i boschi che abbiamo in Italia hanno subito un intervento antropico forte.

Che cos’è una foresta vetusta?

La definizione di foresta vetusta non è univoca. Negli Usa la definizione è caratterizzata da alberi senescenti dalle grandi dimensioni, in Europa è definita dalle linee guida pubblicate nel marzo 2023, che identificano le foreste vetuste come ecosistema caratterizzato da alberi senescenti e da una «struttura», come si dice in termini tecnici, che più è complessa tanto più favorisce la biodiversità. La struttura riguarda la disposizione degli alberi sia in senso orizzontale sia verticale. La Foresta Umbra ha questa caratteristica, perché c’è una grande diversità strutturale in senso orizzontale e verticale che accresce la biodiversità.

Il riconoscimento Unesco?

Il riconoscimento Unesco è stato dato a una decina di siti ubicati in diversi Parchi nazionali per un unico carattere ecologico che li accomuna: la vetustà delle faggete. Dunque, non c’è un carattere esclusivo delle faggete della Foresta Umbra tale da essere unico, però la Foresta Umbra è caratterizzata dalle grandi dimensioni vegetali che la differenziano dalle altre: il faggio ha dimensioni difficilmente riscontrabili in altri luoghi. Solo due particelle di circa 400 ettari sono patrimonio Unesco, non tutta la Foresta Umbra, come erroneamente si crede. In Italia vi sono undici faggete vetuste, tre delle quali nel Gargano.

Quali sono le caratteristiche dei processi naturali vetusti?

Contengono caratteristiche come la rigenerazione naturale. In una foresta primaria una vecchia pianta di grandi dimensioni quando muore cade e apre uno spazio, entra la luce che è fondamentale per la rinnovazione della vegetazione in maniera naturale. Nelle foreste vetuste, come quella umbra, avviene lo stesso processo.

Tutte le foreste vetuste sono patrimonio Unesco?

No, c’è una scala da uno a dieci e le faggete della Foresta Umbra hanno una valutazione quattro, un grado di vetustà medio, tale da essere riconosciute patrimonio Unesco. Un’altra caratteristica importante è la presenza di alberi alti di grandi dimensioni, anche con cavità dove trovano spazio piccoli mammiferi. Nelle foreste vetuste deve esserci un’assenza di disturbo di almeno 60 anni, secondo un decreto del 2021 del ministero dell’Ambiente. Inoltre devono avere almeno una superficie di 10 ettari, elemento presente nella Foresta Umbra. Negli Stati Uniti l’assenza di disturbo è stata fissata a 100 anni. Il disturbo più noto è quello antropico, è considerato disturbo il pascolo abusivo e non, perché danneggia la rinnovazione naturale, oppure i tagli per la legna per scaldarsi o per la costruzione. Il Parco nazionale del Gargano ha 140 mila ettari, la Foresta Umbra 10-12 mila. La parte della faggeta considerata patrimonio Unesco penso che non superi i 400 ettari, è un’area protetta e si può entrare solo per scopi scientifici.

Se un turista che va al mare sulla costa garganica le chiedesse perché trascorrere una giornata nella Foresta Umbra?

La foresta è la nostra casa primordiale, abbiamo un ricordo ancestrale. Quando vado con i miei studenti nella Foresta Umbra ascoltiamo il silenzio, il suono, tocchiamo la corteccia degli alberi, proviamo delle sensazioni molto intense. La foresta è lo scrigno del pianeta, dove è racchiusa la maggior parte della biodiversità che ci circonda. Inviterei un turista ad andare nella Foresta Umbra e a guardare gli alberi, che ci regalano ossigeno, materiale da costruzione, rappresentano un freno all’erosione, allo smottamento del terreno, favoriscono la regolazione del clima. Dovremmo essere coscienti di questi regali che ci vengono donati senza nulla in cambio e imparare a rispettare di più gli alberi e l’ambiente. Il bosco e la foresta rappresentano l’unico ecosistema in cui diversi tipi di organismi viventi, dai vermi ai piccoli e grandi mammiferi, dalle erbacee agli alberi più grandi che esistano, hanno imparato a vivere in sinergia tra loro. Le foreste hanno alle spalle un’esperienza genetica di almeno 15-20 milioni di anni, questo fa sì che gli alberi vivano in sintonia con tutti gli altri organismi.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento