Lavoro

La Fiom anticipa la manifestazione al 18 ottobre

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Jobs Act "Il governo vuole cancellare i diritti essenziali e riportarci all'800". Assemblea a Cervia il 26 e 27 settembre, sciopero territoriale di 8 ore

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 20 settembre 2014

Il governo corre sull’articolo 18? La Fiom allunga il passo, e cerca di seguire i ritmi di Matteo Renzi. E così ieri è arrivata la decisione di anticipare, di una settimana – dal 25 al 18 ottobre – la manifestazione messa già in cantiere.

«Alla luce dei provvedimenti assunti dal governo», scrive in una nota il sindacato dei metalmeccanici guidato da Maurizio Landini, «la segreteria nazionale della Fiom Cgil ha deciso di anticipare la manifestazione nazionale di Roma al 18 ottobre e invita i suoi delegati e le strutture territoriali a proclamare assemblee in sciopero in tutti i luoghi di lavoro».

Lo sciopero a cui si riferisce la Fiom, è quello di 8 ore, spezzettato però territorialmente: anch’esso già proclamato, e che a questo punto verrà ancor di più focalizzato sull’attacco del governo ai diritti e all’articolo 18. L’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati del sindacato, che si terrà il 26 e 27 settembre a Cervia, «deciderà in dettaglio le modalità della manifestazione».

«Siamo di fronte – sottolinea la segreteria nazionale della Fiom – a proposte del governo che cancellano interi articoli dello Statuto dei lavoratori, provocando il peggioramento dei diritti, delle tutele e della dignità di tutte le persone nei luoghi di lavoro. Se i provvedimenti dell’esecutivo diventeranno legge, si renderanno possibili i licenziamenti per giusta causa, il demansionamento dei lavoratori e il loro controllo a distanza».

Lo Statuto dei lavoratori, al contrario, secondo la Fiom «va esteso, perché è l’applicazione dei principi della nostra Costituzione». Il Paese, secondo le tute blu Cgil, «ha bisogno di affermare il diritto al lavoro, combattere la precarietà ed estendere l’occupazione stabile, combattere la corruzione e l’evasione fiscale, far ripartire gli investimenti pubblici e privati, definire una vera politica industriale, qualificare la contrattazione collettiva ed estendere universalmente le tutele sociali, di cittadinanza e il diritto alla formazione per tutte le persone».

Le proposte della Fiom «saranno sostenute con la mobilitazione e sottoposte al governo e al Paese per chiedere le riforme necessarie, anche nel rapporto con l’Europa, al fine di far ripartire una nuova crescita e una vera e stabile occupazione». «È il momento di mobilitarsi – conclude il sindacato – Un lavoro senza diritti è un ritorno all’800».

Intanto la Fim Cisl si prepara alla sua manifestazione, il 30 settembre sotto le finestre di Palazzo Chigi. Le stesse dietro le quali ieri il premier ha registrato il suo “videomessaggio” alla nazione. Secondo il segretario Giuseppe Farina «per rilanciare l’occupazione non serve eliminare l’articolo 18, ma si deve puntare su industria e investimenti».

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