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La Fda frena Trump: vaccino impensabile prima del voto

La Fda frena Trump: vaccino impensabile prima del votoLa sanificazione alla Casa Bianca – Ap

La Casa sbanda Le linee guida della Food and Drug Administration rendono più severo il percorso

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 8 ottobre 2020

La Food and Drug Administration, Fda, ha pubblicato delle linee guida che rendono impossibile l’ipotesi che un vaccino possa essere disponibile in tempo per il giorno delle elezioni, il 3 novembre.

LA MOSSA È ARRIVATA un giorno dopo che il New York Times aveva pubblicato un articolo su come la Casa Bianca stesse cercato di ammorbidire il linguaggio della Fda per aprire la strada a un vaccino di emergenza. Le nuove raccomandazioni richiedono la raccolta di dati completi sulla sicurezza nella fase finale delle sperimentazioni cliniche, prima che possa essere concessa l’autorizzazione di emergenza.

L’Office of Management and Budget della Casa Bianca ha infine approvato le nuove linee guida, dopo due settimane in cui i funzionari dell’amministrazione, come il capo dello staff del presidente, il fedelissimo Mark Meadows, avevano cercato di evitarlo.

Al momento negli Stati Uniti ci sono quattro vaccini nella fase finale del test, ma i nuovi regolamenti dell’agenzia consigliano ai produttori di seguire i pazienti per altri due mesi dopo la dose finale, e di documentare cinque casi di infezione grave in persone che hanno ricevuto il placebo invece del vaccino. Nell’ultima settimana sia la Fda che il Cdc, Centers for Disease Control and Prevention, hanno mostrato indifferenza nei confronti della politica negazionista e disinvolta della Casa Bianca nei confronti del Covid.

Pochi giorni fa il Cdc ha fatto marcia indietro ripristinando le dichiarazioni che si era rimangiato riguardo la diffusione del virus nell’aria, attraverso gli «aerosol, che possono rimanere nell’aria da minuti a ore» e viaggiare più lontano di 2 metri. Tutte queste dichiarazioni da parte degli scienziati sono fumo negli occhi di Trump che sta facendo i salti mortali per alimentare la narrativa del «va tutto bene». E alla Casa Bianca n on sembra andare meglio. La lista dei contagiati diventa sempre più lunga ed ora comprende anche Stephen Miller, senior advisor di Trump, risultato positivo al test dopo che da 5 giorni lavorava da remoto e i risultati del tampone erano negativi.

Miller è l’ultimo dei funzionari coinvolti insieme ad altri dieci, nonché ‘ultimo membro della squadra del presidente che lo ha preparato per il dibattito presidenziale della scorsa settimana.

L’EPIDEMIA si sta diffondendo in tutta l’ala ovest, sono almeno quattro gli addetti stampa ad essere risultati positivi, oltre a un assistente militare assegnato allo Studio Ovale e alla residenza del presidente.

Dal canto suo Trump continua ad agire come se non fosse contagioso, e ha deciso di lavorare proprio nello Studio Ovale, dove sono stati trasportati i dispositivi sanitari di emergenza, come il respiratore, di cui potrebbe aver bisogno.

THE DONALD continua a dire di voler partecipare al dibattito con Biden previsto per il 15 ottobre, ma Steve Cortes, consigliere senior della campagna di rielezione del presidente, lo ha parzialmente contraddetto, affermando che per partecipare Trump avrà bisogno di un’autorizzazione medica che ne attesti la negatività al Coronavirus. Il consigliere ha poi aggiunto che comunque c’è «un sacco di tempo» per soddisfare tutti i protocolli stabiliti dai Cdc e poter partecipare in sicurezza al secondo faccia a faccia contro Biden.

«Siamo molto ottimisti e stiamo pianificando», ha detto Cortes. Al momento la battaglia personale del tycoon con il Covid-19 pare star solo amplificando il suo approccio alla politica, non alterandolo.

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