La Dormizione di Maria
Nel primo Ferragosto dell’era Covid 19 vale la pena richiamare il significato simbolico della festività che segna il massimo del consumismo secolarizzato e disimpegnato
Nel primo Ferragosto dell’era Covid 19 vale la pena richiamare il significato simbolico della festività che segna il massimo del consumismo secolarizzato e disimpegnato
Oggi, primo Ferragosto dell’era Covid 19, festività che segna il massimo del consumismo secolarizzato e disimpegnato, forse vale la pena richiamarne il significato simbolico, di fatto un motivo di riflessione riguardo la situazione di crisi profonda che vive il pianeta, violentato da una umanità che sembra aver perso il contatto con ciò che la circonda. Pochi ricordano, infatti, che la Chiesa festeggia l’Assunzione in cielo della Madre di Dio, di quella Madonna che rappresenta, ben prima ed oltre il culto cristiano, la figura immutabile della Grande Dea.
E forse proprio per questa sua ascendenze archetipica, irriducibile ad ogni dogma sovraimposto, che un avvenimento carico di valori universali è stato confinato in una data così desacralizzata e desacralizzante come appunto è il 15 di agosto. E allora, per chi cerca non solo la frescura fisica ma una più profondo sollievo esistenziale, ricordiamo brevemente le modalità di questa Assunzione, poiché qui avviene qualcosa che, in tempi di pandemia e non solo, ci riguarda tutti: si fondono e confondono il Sonno e la Morte tornando entrambi all’unità originaria. Questo è, infatti, il mistero della Koimesis mariana, della sua «Dormizione».
La Madonna, abbiamo detto, altro non è, anche nella raffigurazione cristiana, che l’ultima ipostasi della Grande Madre, della Grande Potnia mediterranea, dell’unica Dea totipotente che dominava la religiosità arcaica prima dell’avvento delle divinità legate al patriarcato. È lei che crea tutto, che è tutto: tutto e tutti sono allora suoi figli e, al tempo stesso, sue manifestazioni. E dunque neanche la spiccata misoginia ecclesiastica ha potuto soffocare alla radice la potente evidenza arcaica, l’intuizione profonda, sacrale, che la Creazione è generata e curata da una Essere dalle qualità femminili.
Basterebbe questo a farci osservare il mondo da una prospettiva diversa : quella di come ci ri-guardano le cose. Perciò Maria non può morire, ed alla fine della sua esistenza terrena si addormenta e viene assunta in cielo in questo stato peculiare, unico, come si conviene alla Madre di Dio, a colei che lo ha generato, partorito e curato; non solo, ma che lo ha resuscitato, poiché sappiamo che senza il suo sguardo amorevole sul corpo morto del Figlio, senza la carica resurrezionale che emana dal suo Volto intenso ed estatico, il Cristo non sarebbe mai risorto: non avrebbe avuto motivo di farlo.
«Ti sei addormentata ma non per morire, assunta, ma non abbandoni il genere umano». Non a caso la Festa della Dormizione veniva preparata ed introdotta dall’Ufficio della cosiddetta «Paraclisis», cioè chiedere l’intercessione della Grande Madre che tutto può perché tutto è. E così nel suo sonno eterno che non è né morte né sonno, ma eterno sogno, Maria di Nazareth sogna se stessa, sogna il Mondo, sogna noi, e facendo ci interroga: siete voi ancora capaci di sognarmi?
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