Il quaderno degli appunti dove annota tutto quello che non va è sicuramente già aperto. Luciano Spalletti inizia domani sera il suo percorso con la nazionale italiana. Si parte dalla Macedonia del Nord, piccola realtà divenuta incubo in casa Italia perché ha negato il pass per la Coppa del Mondo in Qatar. A Skopje si gioca su un campaccio pieno di buche, dove l’erba non esiste. Non esattamente l’ideale per lo stile di gioco dell’ex tecnico del Napoli. Poi ci sarà l’Ucraina a San Siro, il 12 settembre. Due gare in pochi giorni, finalmente si comincia: la prima di Spalletti è stata preceduta da una vicenda grottesca lunga 20 giorni, esplosa poco prima della fornace di Ferragosto: dalle dimissioni del Mancio furioso (poi d’Arabia) alla corrispondenza mail tra la moglie dell’ex ct e il presidente della Figc, Gabriele Gravina. Un concentrato esplosivo, che potrebbe portare a una causa di lavoro della Figc all’ex ct. Poi c’è (ancora) quella clausola contrattuale che lega Spalletti al Napoli, con la penale milionaria (a scalare, mese per mese) da saldare al patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per farlo accomodare in panchina prima di giugno 2024: ci penseranno gli avvocati, ha rassicurato il ct, che pare si sia barricato da 10 giorni a Coverciano. Tattica, discorsi individuali, l’accurata scelta del capitano (sarà Ciro Immobile, Donnarumma il vice), la ricollocazione dell’Italia al centro del villaggio. Un nuovo corso, per mettersi alle spalle i grigi mesi successivi alla mancata qualificazione ai Mondiali qatarioti. Finora ci sono parole entusiastiche sul lavoro di Spalletti: da Gigi Buffon, capo delegazione azzurro e pure team manager, a Gravina, agli stessi convocati. Forse parole dovute, forse no.Le difficoltà, dichiarazioni di prammatica a parte, sono notevoli: si parte con il forfait di Chiesa e Pellegrini, entrambi infortunati. due potenziali asset del nuovo telaio azzurro.

L’OBIETTIVO più immediato del corso Spalletti è la qualificazione a Euro 2024: la prossima estate si gioca in Germania e alla nazionale italiana l’aria di Berlino, Dortmund, Amburgo richiama al trionfo mondiale del 2006. C’è un pacchetto di nazionali più attrezzate di quella italiana, ma nel calcio contemporaneo quello che vale oggi non vale domani, quindi si procede a tappe, prima il pass, poi la fase finale, poi chissà. Poi arriverà c’è il vero obiettivo di Spalletti: preparare la riscossa per andare ai Mondiali 2026, ospitati da Canada, Messico e Usa. Pesa ancora come un macigno la doppia mancata qualificazione. Un buco nero nella storia del calcio italiano. Dalla sfida dei playoff Mondiali con la Macedonia del Nord è partita la discesa di Mancini. La prova che bastano 200 minuti mal contati (andata e ritorno) per mandare alle ortiche un corso tecnico.

LE DIFFICOLTA’, dichiarazioni di prammatica a parte, sono notevoli: si parte con il forfait di Chiesa e Pellegrini, entrambi infortunati. due potenziali asset del nuovo telaio azzurro. E se Spalletti dovrà inventarsi un centravanti che vale un pacchetto di gol in doppia cifra, che è poi uno dei punti deboli dell’ultimo decennio dell’Italia, il compito forse più complicato – su cui Mancini si è battuto, senza vincere la guerra – sarà ottenere disponibilità dai club di Serie A che gestiscono gli atleti come asset da preservare. Come se le prestazioni di spessore in nazionale non facessero schizzare alle stelle (specie ai Mondiali) il valore dei tesserati sul mercato. Tra infortuni veri, verosimili e fasulli, il turnover e il conteggio del minutaggio, l’ex allenatore del Napoli del terzo scudetto dovrà trovare gioco e anima. Produrre emozioni per curare le ferite più recenti. Non è un’operazione semplice ma, dopo tante polemiche a mezzo stampa e brutte figure, sarebbe bello tornare a divertirsi con il calcio giocato.