Economia

La difficile e lunga risalita del Monte

Mps Conti in rosso per 100 milioni. Ma va meglio del previsto. Il dg Viola: «Uno dei trimestri più difficili della nostra storia». Via 1.541 dipendenti. E la borsa festeggia

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 16 maggio 2013

Cento milioni di perdita nei primi tre mesi dell’anno ma balzo in borsa del 9,38%, a 0,23 euro per azione. Non è un paradosso solo quando si tratta del Monte dei Paschi, che insieme ai suoi gravissimi problemi di lunga data ha dovuto affrontare da gennaio a marzo un’autentica crisi di sfiducia. Provocata dai casi dei derivati Alexandria, Santorini e Nota Italia, oltre che dell’inchiesta complessiva sull’acquisto di Antonveneta.

Il cda della banca ha messo nero su bianco: «Buone performance commerciali, nonostante il difficile contesto economico, e lo sfavorevole clima mediatico di febbraio». Certo è che gli analisti si aspettavano una perdita più ingente, di più di 150 milioni di euro. Mentre i 100,7 milioni effettivi di rosso, uniti a una raccolta diretta rimasta stabile a circa 135 miliardi (-0,3% rispetto allo stesso periodo del 2012), e una quota di mercato che si è confermata attorno al 6,7%, hanno fatto pensare agli investitori che la risalita del Monte sarà lunga e difficile. Ma ancora possibile.

«Abbiamo superato uno dei trimestri più difficili della nostra storia». Il commento del direttore generale Fabrizio Viola è una nitida fotografia del terribile inverno di Rocca Salimbeni. Ma gli esami sono solo all’inizio. Il prossimo 17 giugno Mps presenterà a Bruxelles il piano di ristrutturazione della banca, legato all’aiuto pubblico ricevuto: i Monti Bond emessi a febbraio per 4,1 miliardi, essenziali per tenere il Monte sulla linea di galleggiamento. La Commissione europea ha di fatto già accettato l’intervento del Tesoro italiano. Però temporaneo. A costi altissimi per la banca – si calcola un milione di interessi ogni giorno, solo per il 2013 – e con la spada di Damocle di una ristrutturazione che potrebbe incidere, ancora una volta, sul personale in forza all’istituto di credito senese.

Come a riprova, Viola osserva: «Rispetto al piano industriale che prevedeva la chiusura di 400 filiali nel giro di un triennio, ne abbiamo già chiuse 212 negli ultimi 12 mesi, e completeremo il piano entro fine anno, con l’obiettivo di concludere entro settembre. Chiudere il piano triennale in un solo anno dà il senso dello sforzo organizzativo che abbiamo affrontato». Nella relazione trimestrale si specifica algidamente che l’organico è in flessione di 1.541 unità rispetto a dicembre, con ulteriori 225 uscite previste entro giugno.

Il direttore generale di Mps prova a buttare acqua sul fuoco: «Il prossimo impegno sarà sul lato dei ricavi – annuncia – per migliorare la produttività commerciale. Il rilancio non deve poggiare solo sul taglio dei costi. Abbiamo progetti importanti, dalla banca online al rilancio del private banking, ci aspettiamo molto». Ma nonostante il calo dello spread, che per il Monte è un’autentica boccata di ossigeno, visti i 25,8 miliardi di titoli di stato italiani detenuti da Rocca Salimbeni, l’ipotesi di un’ulteriore riduzione degli addetti Mps resta prepotentemente in campo.

Intanto la Fondazione che controlla la banca ha ceduto un ulteriore 0,50% delle sue azioni, incassando 12,5 milioni di euro «Le vendite – spiega la Fondazione – sono state finalizzate esclusivamente alla costituzione di un adeguato livello di liquidità, in modo da salvaguardare l’equilibrio finanziario dell’ente nel medio termine». E anche qui si parla apertamente di riduzione dei costi. Personale compreso.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento