Scuola

La destra in soccorso delle scuole private

Sciopero di studenti e insegnanti a RomaSciopero di studenti e insegnanti a Roma – Cecilia Fabiano /LaPresse

Manovra Fa discutere l’emendamento FdI. La manovra taglia 8mila posti e non ci sono soldi per il contratto degli insegnanti. Oggi corteo di studenti e precari

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 15 novembre 2024

Il senso di opportunità non appartiene alla destra di governo. Alla vigilia di una settimana di fuoco per le mobilitazioni contro il definanziamento della scuola pubblica e dell’università statale, arriva la notizia dell’ennesimo provvedimento della maggioranza a favore dell’istruzione privata. Il partito della premier ha presentato un emendamento alla legge finanziaria che prevede un vaucher di 1.500 euro «spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria» per le famiglie che hanno un reddito Isee fino a 40mila euro. La spesa complessiva è stimata intorno ai 65 milioni di euro all’anno.

La pensata del deputato meloniano Lorenzo Malagoda dovrà passare prima la tagliola degli emendamenti. Nel caso sopravvivesse e dovesse essere votata, poi servirà un decreto del ministero dell’Istruzione (e merito) per attuarla. E Valditara è di certo molto sensibile alle esigenze dei privati che vogliono fare profitti con l’istruzione. Infatti il solerte ministro ha subito risposto: «Siamo già al lavoro». «Il governo è ben consapevole dell’importanza di assicurare il diritto dei ragazzi, a prescindere dal reddito, a studiare nelle scuole paritarie», ha affermato.

SGOMENTI I SINDACATI e le opposizioni. «È un governo che opera scientemente contro la scuola pubblica – commenta Flc Cgil -. Mentre con la legge di bilancio si tagliano 8mila posti tra personale docente e Ata, non si assumono i precari su tutti i posti disponibili e non ci sono soldi per il rinnovo contrattuale degli insegnanti, si trovano le risorse per il sistema privato». La Gilda degli insegnanti si dice sconcertata: «Con decine di migliaia di famiglie che fanno fatica a vedersi garantito il diritto allo studio per i propri figli che frequentano la scuola pubblica statale, si dirottano risorse verso coloro che possono permettersi la scuola paritaria. Sarebbe auspicabile piuttosto un voucher che copra le spese di libri di testo e trasporti per gli studenti in difficoltà economica». Anche per l’Anief «se ci fossero 65 milioni di euro annui si dovrebbero utilizzare in primo luogo per finanziare l’organico aggiuntivo». Mentre la Uil scuola parla di «prove tecniche di privatizzazione»: «Se ci sono fondi disponibili devono servire ad aumentare le retribuzioni del personale».

Anche i partiti di centro sinistra vanno all’attacco della proposta meloniana. «Pensavamo che con i tagli alla scuola pubblica in questa manovra si fosse già toccato il fondo, ma con gli emendamenti della maggioranza si sta iniziando a scavare», hanno scritto in una nota gli esponenti M5S in Commissione cultura alla Camera. E anche Nicola Fratoianni di Avs tuona: «Se questo emendamento venisse approvato sarebbe una vergogna contro la quale faremo di tutto, anche arrivare fino alla Corte Costituzionale. Noi vogliamo l’istruzione gratis per tutti, loro alimentano i privati».

DAI COMIZI di chiusura delle campagne elettorali per le regionali, intervengono anche i leader Cinquestelle e Pd. «Il governo Meloni vuole smantellare la scuola pubblica. Lo hanno già fatto con il dimensionamento scolastico», dice da Perugia Elly Schlein seguita da Giuseppe Conte che rincara: «Niente per il carolibri, oltre 7 mila posti tagliati all’organico della scuola pubblica con la manovra però il partito di Meloni incentiva la fuga nel privato».

INTANTO STAMATTINA scendono in piazza gli studenti e i precari della scuola contro l’abuso dei contratti a termine e la discriminazione tra personale di ruolo e a tempo determinato. La Rete degli Studenti Medi ha organizzato manifestazioni in oltre 40 città. «Il progetto di scuola del governo è evidente, indebolire il welfare e foraggiare i privati, le ragioni dello sciopero di domani sono più che confermate», dice Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi.

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