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La destra attacca l’omaggio ai partigiani del sindaco di Turriaco (Monfalcone)

La destra attacca l’omaggio ai partigiani del sindaco di Turriaco (Monfalcone)Il sindaco di Turriaco Enrico Bullian

Friuli-Venezia Giulia La cerimonia solitaria del 25 aprile, con una corona sulla lapide che ricorda i caduti per la Libertà e il pugno chiuso

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 28 aprile 2020

Un pugno chiuso e polemiche a non finire nella Regione Friuli-Venezia Giulia amministrata dalla Lega.

L’autore del gesto incriminato è il sindaco di un comune vicino a Monfalcone, Turriaco, uno dei paesi dove si parla il dialetto bisiaco, quel misto di veneto/friulano/ladino che caratterizza parte del territorio a sud di Gorizia. 

Enrico Bullian, il sindaco messo sotto accusa dal fior fiore della nomenclatura destrorsa locale, il 25 aprile ha deposto una corona sulla lapide che ricorda i caduti per la Libertà del suo paese: cerimonia solitaria, come confinamento impone, omaggio doveroso a quanti si sono sacrificati per la Libertà, alla Brigata Fontanot che raccolse giovani combattenti da tutti i paesi della zona, ai giorni tremendi della battaglia di Gorizia quando, già il 9 settembre 1943, lo scontro armato fu feroce. 

Fine della cerimonia ufficiale, via la fascia tricolore, si allontanano il gonfalone del Comune e la bandiera dell’Anpi. Enrico Bullian ci pensa un secondo e saluta: alza il braccio sinistro e chiude il pugno. Pubblica la foto sulla sua pagina fb e nel monfalconese succede il finimondo. 

La destra attacca e perfino il quotidiano locale più diffuso nella Venezia Giulia, il Piccolo, si perita di segnalare mestamente che in quella mattina tante altre erano state le cerimonie ma tutte così unitarie, così corrette… Peccato, ‘sto ragazzo, cosa gli sarà saltato in mente? Quel gesto eretico del pugno chiuso! Almeno almeno un poco maleducato. 

E, in effetti, qui sono tutti proprio bene educati e danno quotidianamente il buon esempio, tipo l’assessore del Comune di Monfalcone, sodale dell’ineffabile sindaca Cisint, che ha scritto sui social che quelli dell’Anpi farebbero meglio a buttarsi dai balconi piuttosto che cantare Bella Ciao. Era partita subito con le proteste, confacevolmente vibrate, la stessa Anna Cisint, sindaca di Monfalcone che più Lega non si può, accusando garbatamente il giovane collega di essere «fomentatore di odio». Sembra che ci sia ancora qualcuno che non vuol ficcarsi in testa che il pugno chiuso è, quantomeno, “divisivo”.

Ma Bullian non è solo, il monfalconese non è solo Lega: un lungo elenco di sindaci della zona cerca di spiegare cosa sia, cosa rappresenti quel gesto e ricordano il movimento operaio statunitense, i repubblicani nella guerra di Spagna, il ’68 studentesco, Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi, «e, ovviamente, i movimenti politici di sinistra, quella sinistra alla quale Bullian non ha mai nascosto di appartenere. In definitiva un gesto che non rivendica solo un’appartenenza politica ma che porta in sé la rivendicazione di diritti universali». Firmano i sindaci di Romans d’Isonzo, Doberdò del Lago, Savogna d’Isonzo, Grado, Mariano del Friuli, Gradisca d’Isonzo, Aiello, Staranzano, Sagrado, Palmanova, Fiumicello, Torviscosa, Terzo di Aquileia…

Oplà, dunque nella Venezia Giulia non tutto è neroverde. Cisint e amici sparsi della X Mas dovrebbero farsene una ragione. 

Ma, poi, a pensarci bene, quale saluto potrebbero riconoscere i partigiani di Turriaco se non il pugno chiuso? E il sindaco di quello che è stato il loro paese, come altro avrebbe potuto salutarli?

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