Lavoro

La denuncia: «Senza sussidio per formazione e lavoro da 3 mesi»

La denuncia: «Senza sussidio per formazione e lavoro da 3 mesi»

Lavoro Inca e Cgil Firenze: «Solo una minoranza ha l'assegno, il governo fa cassa sui più vulnerabili»

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 2 gennaio 2024

Tagliare i fondi, scaricare la «colpa» sui beneficiari dei sussidi, fare in modo di rendere la loro vita un inferno. È una delle leggi del Workfare applicato dal governo Meloni. I risultati emergono da una prima indagine condotta – prima di Natale – dalla Cgil Firenze, dal Servizio Orientamento Lavoro del sindacato e dal patronato Inca nel capoluogo toscano. Riguarda in particolare il «supporto per la formazione e il lavoro». Con l’«assegno di inclusione» ha sostituito il «reddito di cittadinanza».

Su 140 persone che hanno richiesto questo «sussidio», 50 hanno ricevuto l’assegno promesso di 350 euro, dopo l’iscrizione e la frequenza dei corsi. Condizione imposta dal governo per percepire un sussidio inferiore di 200 euro medi rispetto all’assegno di inclusione. Il resto delle persone si trovava però senza sostegno economico da più di tre mesi.

L’inchiesta ha rilevato anche l’aumento della cosiddetta «offerta formativa». L’avvio dei corsi è stata rallentata dalla sua ampiezza. In Toscana a settembre c’erano 2 mila corsi. Ciò però ha impedito in alcuni casi il raggiungimento del numero minimo di allievi per corso. Chi è riuscito a frequentarli ha maturato un’insoddisfazione per la mancanza di sbocco lavorativo.

La formazione, inoltre, non è stata ritagliata sulla persona ma sulle imprese che non pensano a «investire» sui soggetti che si rivolgono ai centri per l’impiego. I soldi finanziano l’industria della formazione e non producono l’«annunciato aumento dell’occupazione». C’è «grande confusione e disorientamento tra le persone coinvolte che seguono con difficoltà (o non riescono a seguire) le procedure farraginose che collegano l’erogazione del sostegno, tanto necessario quanto insufficiente per i loro bisogni vitali. Non sempre è possibile ritagliare i corsi sulla condizione della persona».

«Questa è una operazione di cassa sui più poveri – ha commentato il sindacato – Hanno tolto quello che esisteva per aiutarli e non hanno preparato nulla, scaricano sugli enti locali e non sono nemmeno in grado di offrire una opportunità di lavoro».

Nell’area fiorentina si sono rivolte alla Cgil circa 2.200 famiglie che percepivano il «reddito di cittadinanza»: meno della metà avranno l’«assegno di inclusione». «Era un sacrosanto dovere della politica costruire un sistema universale di sostegno al reddito che tenesse conto della condizione complessiva della persona, ma di fatto è stato smantellato anche quello che seppur con molte criticità avevamo».

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