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La danza delle differenze di Richard Siegal

La danza delle differenze di Richard SiegalBallet of Difference, sotto il coreografo Richard Siegal – foto di Luis Alberto Rodrigues

A teatro Il coreografo americano inaugura il 17 luglio Bolzano Danza con il suo Ballet of Difference, fondato un anno fa a Monaco. «Il mio è un lavoro sull’identità, cerco poi il confronto con la società globale»

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 15 luglio 2017

Il balletto per raccontare la diversità, fisica, sessuale, culturale. È il progetto di Richard Siegal, coreografo americano considerato tra i più innovati della scena attuale. Lunedì inaugura in esclusiva italiana il festival Bolzano Danza con il suo Ballet of Difference, fondato un anno fa a Monaco. All’attivo ha collaborazioni con William Forsythe a Francoforte, residenze in luoghi culto come il Baryshnikov Arts Center di New York e il Bennington College, coreografie per compagnie internazionali, la fondazione nel 2008 della sua prima compagnia The Bakery. I suoi spettacoli sono il frutto di collaborazioni con musicisti, designers, architetti, stilisti. Una ricerca per nulla avulsa dal contesto sociale e politico in cui viviamo a partire da una nuova relazione tra tecnica del balletto e realtà contemporanea.

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«Nel mio lavoro spiega Siegal – mi interessa riflettere su cosa significhi per noi oggi utilizzare la tecnica del balletto rispetto all’eredità del passato. Abbiamo la responsabilità di rendere attuale un patrimonio in una forma che sia sentita reale. Nell’Ottocento, per esempio, il balletto polverizza la questione del gender, le donne sono donne al 100%, gli uomini uomini al 100%. A Bolzano presento un trittico intitolato My Generation, che comprende tra i pezzi gli Excerpts of a Future Work on the Subjects of Chelsea,  Manning raccoglie tre studi sulla storia del soldato Bradley Manning, uscito di prigione per volontà di Obama il 12 luglio di quest’anno come Chelsea, il giorno dopo il nostro debutto a Monaco. Due sono i temi trattati: la trasformazione del corpo di un transgender e la trasparenza delle informazioni in rapporto alle responsabilità del governo».

Il pezzo fa riferimento alla consegna, da parte del militare Bradley Manning, di dati riservati alla piattaforma WikilLeaks, raccolti durante la sua permanenza in Iraq con l’esercito americano, e al percorso transgender intrapreso dallo stesso dopo la condanna al carcere. I tre studi di Siegal confluiranno in uno spettacolo a serata intera che debutterà con Ballet of Difference nel 2019. «Il pezzo che apre il programma a Bolzano – prosegue Siegal – si intitola BOD, sigla che rimanda al nome della compagnia. Il lavoro ribadisce il concetto portante del mio gruppo, lavorare sull’identità e la differenza. In un danzatore cerco persone che parlino il vocabolario classico, ma che abbiano una personalità che li distingue. Penso a Katherina Markawoskaja, danzatrice ucraina, cresciuta nello stile Vaganova, solista del Bayerisches Staatsballett, a confronto con Claudia Ortiz Arraia, portoricana, altra danzatrice classica che porta con sé un altro background culturale e fisico. Mi interessa spingere il vocabolario classico al di là dei suoi confini, farne un idioma che parli della società globale in cui viviamo. Il terzo pezzo per Bolzano, POP HD, riprende un balletto nato due anni fa per il Cedar Lake Contemporary Ballet. L’ho rimontato con i miei danzatori, con altri costumi dello stilista Bernhard Willhelm. Musica di Atom™, è un pezzo gioioso che racconta una generazione».

In Bod i danzatori balleranno sulla musica di DJ Haram e con costumi gonfiabili di Chromat/ Becca McCharen-Tran, che veste Madonna e Beyoncé. «Con Becca mi ha messo in contatto la nostra stilista Edda Gudmundsdottir. I costumi sono il frutto della collaborazione tra noi tre. Sono inusuali e cambiano la percezione del balletto, è stato eccitante scoprire qualcosa che non prevedevo. DJ Haram ha composto una partitura in cui ritrovare elementi di club music, ma anche sonorità arabe, un sostrato culturale né americano, né europeo». Ma quali elementi della formazione di Siegal hanno contribuito di più all’attuale progetto? «Senz’altro sono sempre in dialogo con il tempo passato a Francoforte con Forsythe, ma anche ripenso spesso ai miei insegnanti di danza di quando studiavo a Ny e all’eredità della modern dance americana nei suoi legami con l’espressionismo tedesco. La modern dance ci ha insegnato a trovare un senso in quello che facciamo e a renderlo comunicabile».

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