La DAD e il mondo bambinesco
Verità nascoste La rubrica settimanale a cura d Sarantis Thanopulos
Verità nascoste La rubrica settimanale a cura d Sarantis Thanopulos
Ginevra Bompiani: Ho ascoltato, domenica scorsa, nella trasmissione di Fabio Fazio, il nostro Ministro dell’Istruzione parlare della scuola. Ero curiosa di sentire che cosa ne diceva, dopo aver affermato che non sarebbe mai più tornata com’era prima del Covid. E mi sono appuntata alcune sue dichiarazioni. Perché, chiede Fazio, in un anno la DAD non ha cercato di migliorare un po’? Premesse alla risposta:
“Nel nostro paese la cura dei bambini è ancora affidata essenzialmente alle donne!”
“La scuola in presenza è importante perché dopo anni di individualismo, nella scuola si imparano i legami con gli altri.”
“Non dimentichiamo che nel nostro paese c’è una grande differenza fra Nord e Sud… Bisognerà combattere il fatto che i ragazzi del Sud non hanno tutti i servizi di quelli del Nord!”
Poi ammonisce: “Recovery Plan, vuol dire ‘costruzione’, una parola importante, non buttiamola via!”
E finalmente la risposta:
“La DAD è molto cambiata perché ora gli insegnanti hanno imparato a usare gli strumenti!”.
Nuova domanda di Fazio (che lui insiste a chiamare Fabio): Gli esami saranno in presenza o a distanza?
Un’avvertenza: “Noi abbiamo gli scrutini e gli esami, che non sono la stessa cosa! verranno dati 150 milioni per permettere alle scuole di organizzare in giugno un consiglio per giudicare se gli studenti sono preparati” (gli scrutini appunto)
“Per gli esami di quest’anno, medie e maturità, gli insegnanti concorderanno un tema su cui i ragazzi avranno un mese per preparare un elaborato, che discuteranno in presenza degli insegnanti” (non dei compagni dunque).
Conclusione: “La scuola è la Scuola della Costituzione, si parte dai più fragili. Ci vogliono gli insegnanti di sostegno. Il paese è diviso. È il momento di ricucire il paese: scuola e lavoro, scuola e Università!”
Così, sistemata la Scuola, l’Italia e il Mezzogiorno, finisce l’intervista. Fazio osserva che prima ha sbagliato la data: è il 21 marzo e non il 19.
Risposta: “È perché sono molto preso dalla giornata del papà, essendo io un papà”. Confesso che per un momento ho pensato che al suo posto si fosse infilato di straforo Crozza. Comunque volevo offrire qualche spunto di meditazione, per chi ancora credesse che usciremo dalla pandemia con una scuola, una cultura e una vita politica e sociale.
Sarantis Thanopulos: Cara Ginevra, il ministro Bianchi è una persona colta, altamente istruita. Perché parla in questo modo quasi caricaturale che appiattisce il suo pensiero o ne rivela i punti più pigri e banali? La sua affermazione di essere preso dal suo essere un “papà”, può aiutarci a capire. In questo momento c’è un’adesione diffusa al paternalismo che non riguarda solo il ministro, ma tutti noi.
Credimi, dove si diffonde il paternalismo non ci sono padri e figli, ma solo infantilismo. Il legame tra governanti e cittadini e tra le generazioni salta. Ne deriva l’eclissi del pensiero complesso, critico e l’emergere di un pensiero fatto di stereotipi e di luoghi comuni che non è quello dei bambini. C’è un evidente effetto regressivo del lockdown, a cui nessuno è immune, che non ci riporta allo sguardo vergine, aperto alla vita, dell’infanzia, ma ci imprigiona nella condizione di adulti bambineschi.
Un mondo bambinesco è l’anticamera dell’assolutismo. I tiranni sono bambini deprivati sul piano affettivo, che sono diventati adulti solo sul piano delle abilità cognitive e operative. Calcolatori e spregiudicati come possono essere gli adulti, crudeli come possono essere i bambini frustrati nel loro desiderio. Per tutti i democratici nel nostro paese e nel mondo (inclusi coloro che sono al governo della Polis) è arrivato il momento di capire che la gestione della pandemia deve tenere conto del fatto che si stanno producendo danni potenzialmente irreparabili nella psiche dei bambini e degli adolescenti, nelle relazioni affettive, erotiche, di lavoro e nella nostra capacità di pensare.
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