Italia

La curva risale. Trentino, richiuso primo asilo nido

Covid Con i 1370 registrati ieri, torna ad aumentare il numero di casi positivi dopo alcuni giorni di calo. Ma non si stupisce nessuno, visto che sono aumentati anche i tamponi […]

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 9 settembre 2020

Con i 1370 registrati ieri, torna ad aumentare il numero di casi positivi dopo alcuni giorni di calo. Ma non si stupisce nessuno, visto che sono aumentati anche i tamponi effettuati (ieri se ne sono fatti 92 mila).

Anzi, il tasso di positività – il rapporto tra casi positivi e tamponi effettuati – è persino calato dal 2,1 all’1,4%. Le vittime sono dieci, e sono aumentati ancora i pazienti ricoverati nei reparti ordinari (+41 ieri) e anche in terapia intensiva c’è un posto letto occupato in più. Le regioni con più casi nelle ultime 24 ore sono state Lombardia, Campania e Puglia. A Polignano (Bari), è scoppiato un maxi-focolaio in un’azienda ortofrutticola, in cui 78 dipendenti sono risultati positivi al coronavirus.

Ieri il governo ha prolungato le misure anti-Covid fino al 7 ottobre: restano chiusi stadi e discoteche. Ma preoccupa la scarsa chiarezza sul livello di preparazione delle scuole, dove la consegna dei nuovi banchi monoposto è in ritardo. Per guadagnare tempo, la giunta regionale della Campania ha deciso di posticipare il rientro al 24 settembre e di effettuare a scuola, e non a casa, il controllo della temperatura degli alunni. La prima scuola a chiudere per coronavirus, a pochi giorni dalla riapertura, è stato un asilo nido di Pergine Valsugana (Trento): un bimbo è risultato positivo senza sintomi e ora educatrici e compagni dovranno rimanere in isolamento per 14 giorni. A meno che il governo non decida di accorciare i termini della quarantena.

La proposta circola da ieri, dopo che il governo francese ha dimezzato da 14 a 7 giorni il periodo da attendere prima di tornare all’attività. Il provvedimento è all’ordine del giorno anche in Italia «se verranno confermate le evidenze scientifiche in tal senso», secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Il governo intende anticipare la campagna di vaccinazione anti-influenzale, ma la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale si mette subito di traverso: «i medici di famiglia non hanno ancora avuto di dispositivi di protezione», dice il segretario nazionale Silvestro Scotti. «Impossibile partire con le vaccinazioni, non pensassero quindi di farlo a scapito dei medici».

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