La cultura a rischio chiusura in Umbria
L'appello L’Istituto storico per l’Umbria contemporanea (Isuc) potrebbe chiudere. Non c'è stato il rinnovo del contratto per i cinque ricercatori che lavorano nell'ente di ricerca.
L'appello L’Istituto storico per l’Umbria contemporanea (Isuc) potrebbe chiudere. Non c'è stato il rinnovo del contratto per i cinque ricercatori che lavorano nell'ente di ricerca.
fa parte della Rete degli istituti per la Storia della resistenza e dell’età contemporanea, che fa capo all’Istituto Parri. L’imminente scadenza dei contratti delle cinque unità di personale impiegate nell’Istituto impone, a quanto pare, la chiusura dell’ente. Durante la sua attività, l’Isuc ha rappresentato la cornice istituzionale in cui sono state svolte numerose attività scientifiche (convegni, pubblicazioni, corsi di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole, alta divulgazione), spesso in collaborazione con gli altri istituti culturali del territorio, quali le due Università.
Queste attività hanno contribuito potentemente alla formazione politico-intellettuale delle classi dirigenti regionali e alla crescita della coscienza civile e democratica dei cittadini e delle cittadine. Da poco è stato celebrato il primo cinquantenario di vita della Regione Umbria. La prospettata chiusura dell’Isuc, sorto nel 1974 al fine di “raccogliere documenti” e “promuovere ricerche” utili a “diffondere la conoscenza” della storia dell’Umbria in età contemporanea (come recita la legge regionale n. 31 del 29.4.1974), rappresenterebbe una cesura insanabile nel faticoso cammino compiuto per elaborare una consapevolezza storica collettiva in grado di tenere unite aree geografiche e sensibilità assai diversificate che si confrontano nel contesto umbro.
In particolare, crea forte preoccupazione la situazione in cui si trovano i cinque ricercatori dell’Isuc, il cui contratto scadrà il prossimo 31 dicembre, i quali per molti anni hanno garantito il funzionamento dell’ente e la sua apertura al pubblico degli studiosi, degli insegnanti, degli studenti e degli appassionati di storia. Pertanto, riteniamo indispensabile che venga scongiurata la cessazione delle attività dell’Isuc e auspichiamo che le autorità regionali individuino soluzioni concrete in tempi rapidi per salvaguardare la continuità dell’Istituto e della condizione lavorativa delle cinque unità di personale, che da tempo si impegnano, con dedizione e professionalità, a studiare e a divulgare la storia dell’Umbria.
LE PRIME FIRME
Piero Bevilacqua
Filippo Focardi
Tomaso Montanari
Paolo Pezzino
Maurizio Viroli
Attilio Bartoli Langeli
Carlo Belli
Fabio Bettoni
Fabrizio Bracco
Floriana Calitti
Andrea Capaccioni
Antonio Catolfi
Rita Chiacchella
Salvatore Cingari
Augusto Ciuffetti
Chiara Coletti
Emanuela Costantini
Renato Covino
Sandra Covino
Michele Dantini
Elisa Di Domenico
Loreto Di Nucci
Roberto Dolci
Federico Giordano
Alberto Grohmann
Federica Guazzini
Erminia Irace
Luca La Rovere
Regina Lupi
Claudia Mantovani
Alejandro Marcaccio
Maria Grazia Nico
Mauro Pichiassi
Andrea Possieri
Fausto Proietti
Francesco Randazzo
Paolo Raspadori
Stefania Scaglione
Siriana Sgavicchia
Alessandro Simoncini
Enrico Terrinoni
Renato Tomei
Lorella Tosone
Mario Tosti
Filippo Maria Troiani
Manuel Vaquero Pineiro
Mauro Volpi
Stefania Zucchini
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