Scuola

La crisi economica non è tecnica. Fanno scuola gli studenti

Uno spettro si aggira per le aule della Scuola di Economia dell’Università di Torino. Negli stessi luoghi in cui per anni illustri professori – come Domenico Siniscalco ed Elsa Fornero […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 27 febbraio 2014

Uno spettro si aggira per le aule della Scuola di Economia dell’Università di Torino. Negli stessi luoghi in cui per anni illustri professori – come Domenico Siniscalco ed Elsa Fornero – hanno descritto il mondo attraverso il filtro delle teorie economiche mainstream, da oggi fino a sabato si metteranno in discussione proprio quelle idee. A quattro anni dalla prima edizione del ciclo di incontri intitolato Tesoro, parliamone… siamo in crisi!, per noi studenti del collettivo Assemblea di Economia resta fondamentale diffondere la consapevolezza che non esiste «tecnico» che non sia «politico», e che è sotto l’influenza della teoria economica che i governi prendono decisioni che influenzano direttamente le nostre vite.

Come in molte università del mondo (a Manchester c’è il gruppo Post-crash economics, all’insegna dello slogan: «il mondo è cambiato, i manuali no»), anche a Torino la crisi economica ha fatto emergere il dubbio che quanto scritto nei libri di testo fosse distante dalla realtà. Nella quiete prima della tempesta, chi aveva osato criticare le teorie mainstream, come il post-keynesiano Steve Keen – sostenitore delle teorie sull’instabilità finanziaria di Minsky e della spirale della deflazione da debito di Fischer – fu subito tacciato di essere una novella Cassandra (…). A noi è chiaro che le ragioni della recessione e le strategie per uscirne possano essere anche molto diverse rispetto a quelle offerte dal pensiero economico dominante. Va evidenziato, tuttavia, che l’effetto perverso causato dalla marginalizzazione dalle teorie eterodosse fa sì che, mentre gran parte dei governi d’Europa continua ad insistere nell’applicare ricette dimostratesi fallimentari, regni una grande confusione fra coloro che cercano un’alternativa al presente stato di cose: il complottismo sfrenato sul signoraggio bancario è un ottimo esempio.

Così come collettivo studentesco abbiamo sentito l’esigenza di organizzare un momento di riflessione critica, che quest’anno verte nuovamente sul tema della crisi (…). Sotto differenti angolature e con ospiti delle più diverse scuole di pensiero, dal mainstream più liberista al marxismo. Gli incontri sono aperti alla cittadinanza. Si parte oggi alle 18 a Palazzo Venturi, con una conferenza sulle differenze tra sinistra e destra in politica economica, in contrasto all’apparente neutralità del sapere tecnico. Proseguiremo domani, alla Scuola di Management ed Economia, con tre temi cruciali: l’insegnamento dell’economia nella crisi; il problema della parità di genere nell’attuale recessione e infine il tessuto produttivo e la politica industriale in Italia. Gran finale sabato, di nuovo a Palazzo Venturi: prima un approfondimento sul ruolo della finanza, a seguire un confronto sul futuro dell’università italiana.

Domande secche e un timer per non girare intorno al nocciolo delle questioni. I relatori – tra cui accademici come Emiliano Brancaccio, Francesco Daveri e Antonella Stirati, e pubblicisti come Andrea Baranes e Vladimiro Giacché – dovranno riuscire ad esporre le loro argomentazioni in un’inversione dei ruoli tradizionali. Parafrasando la frase zapatista, «qui lo studente domanda e il docente risponde!»

Assemblea di Economia – Università di Torino
tesoroparliamone.wordpress.com

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