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La crisi dei fagioli minaccia la salute dei brasiliani

Generi alimentari Questa volta buttiamo l’occhio dall’altra parte dell’oceano. La feijoada è uno dei piatti più noti della cucina brasiliana. Assieme alla samba e alla squadra di calcio verde-oro si può dire […]

Pubblicato circa 3 ore faEdizione del 14 novembre 2024

Questa volta buttiamo l’occhio dall’altra parte dell’oceano. La feijoada è uno dei piatti più noti della cucina brasiliana. Assieme alla samba e alla squadra di calcio verde-oro si può dire che costituisca un frammento importante dell’identità nazionale.

Il nome deriva da feijão, fagiolo in lingua portoghese. Si tratta infatti di uno stufato di fagioli, neri nella versione più nota ma ne esistono molte varianti territoriali, integrato con carne e consumato con riso. In ogni caso, i fagioli variamente preparati sono da sempre parte integrante e quotidiana della dieta brasiliana. O almeno lo sono stati finora. Qualche anno fa una ricerca dell’Università Federale del Minas Gerais (uno degli stati che compongono la federazione brasiliana) ha accertato che i fagioli stanno lentamente scivolando fuori dalla dieta giornaliera dei brasiliani. Una cattiva notizia perché questa modificazione della dieta potrebbe portare anche in Brasile, come già successo in altre parti del mondo e anche nel nostro Paese, ad un aumento del rischio di sviluppare una salute non soddisfacente, l’obesità e altre malattie come il diabete, le patologie cardiovascolari, ecc.

Questa indagine ha accertato che nel giro di cinque anni la percentuale di brasiliani che consumava fagioli da cinque a sette giorni alla settimana è passata dal 67,5% al 59,5%. I fagioli nel piatto vengono spesso sostituiti con alimenti ultra-processati come i piatti pronti e surgelati e molti snack industriali dolci o salati. A questa categoria di prodotti noi potremmo aggiungere anche alimenti erroneamente ritenuti salutari come i cereali per la colazione, molti yogurt dolcificati alla frutta o addizionati di biscotti o dolciumi vari. Si tratta in ogni caso di prodotti meno nutrienti e per niente salutari, maggiormente calorici e più costosi. I ricercatori prevedono che, se questa tendenza non verrà corretta, già nel prossimo quinquennio i fagioli non faranno più parte della dieta usuale di quasi la metà della popolazione brasiliana.

Gli studiosi sottolineano alcuni aspetti della realtà brasiliana che influiscono fortemente sul cambiamento in atto, processi che anche noi conosciamo da tempo. Tra i tanti, l’organizzazione del lavoro su turni, che in molti casi riduce il tempo per cucinare e mangiare in famiglia e l’industrializzazione dell’agricoltura brasiliana che preferisce coltivare, al posto dei fagioli, altri vegetali più redditizi per il commercio mondiale.

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