È da pochi giorni nelle sale giapponesi Dr. Coto’s Clinic, un lungometraggio che ritorna sui luoghi e sulle vicende portate sul piccolo schermo dal 2003 al 2006 nell’omonima serie televisiva giapponese.
Protagonista del telefilm è Hidetaka Yoshioka nel ruolo di un chirurgo che da Tokyo si sposta su una piccola isola del Giappone meridionale dove è l’unico dottore. Nel lungometraggio uscito la settimana scorsa, Yoshioka ritorna ad interpretare il popolare personaggio, trasposizione da un manga di successo, a ben 16 anni di distanza, un periodo che viene mantenuto anche nella trama.

Yoshioka è forse l’attore giapponese la cui crescita da bambino ad adulto è stata catturata sullo schermo più di ogni altro, fin da quando, a poco più di dieci anni, è stato protagonista di due delle serie più popolari nell’arcipelago nei primi anni ottanta. Dopo essere apparso in un paio di telefilm alla fine degli anni settanta e nel 1977 in Village Of The Eight Tombs di Yoshitaro Nomura, è nel 1980 che Yoshioka appare in A Distant Cry from Spring di Yoji Yamada, con Ken Takakura e Chieko Baisho, film che ne lancia la carriera di attore bambino.
Dall’anno successivo interpreta il ruolo del giovane Mitsuo nella serie di lungometraggi Otoko wa tsurai yo, colloquialmente nota come Tora-san, sempre con Yamada dietro la macchina da presa, 22 film tra il 1981 e il 1995 più uno, finale, nel 2019.
In quindici anni vediamo il suo personaggio (e lo stesso Yoshioka) crescere davanti ai nostri occhi, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Mitsuo diventano di fatto il fulcro dei film, che fino a quel momento, la serie era cominciata nel 1969, era incentrata sulle tragicomiche vicende del protagonista Tora-san.
Yoshioka non è un grande attore, da bambino forse lo era, ma gli è capitato e ha avuto la bravura di partecipare a due serie giapponesi che hanno catturato sul piccolo e grande schermo il passaggio del tempo nei suoi personaggi e il cambiamento dei rapporti all’interno di una famiglia, il momento cioè in cui un bambino diventa adolescente e cerca di ottenere la propria indipendenza dai genitori.
L’altra serie che cattura, Boyhood ante litteram, la crescita del personaggio e di Yoshioka stesso, questa volta per il piccolo schermo, è Kita no kuni kara, andata in onda sulla TV giapponese tra l’ottobre del 1981 e il marzo del 1982. La serie è stata seguita da film speciali realizzati per la TV e per il cinema ogni due o tre anni fino al 2002, in tutto otto film usciti quindi nell’arco di più di venti anni.

La storia è ambientata in Hokkaido, nel Giappone settentrionale, dove un padre vive assieme ai suoi due piccoli figli. Dopo aver divorziato dalla moglie, Goro Kuroita, interpretato dal compianto Kunie Tanaka, decide di trasferirsi a Furano con i suoi due figli, Jun (Yoshioka) e Hotaru (Tomoko Nakajima), in una casa in mezzo al bosco senza elettricità e acqua corrente.
La serie, che è entrata nell’immaginario popolare giapponese, è stata concepita e scritta dallo sceneggiatore So Kuramoto e racconta 21 anni di vita della famiglia Kuroita. Anche qui, man mano che la serie si sviluppa, la storia finisce per focalizzarsi di più su Jun e Hotaru, le loro tribolazioni da adolescenti, i primi amori, il difficile rapporto con il padre, il matrimonio e infine anche il divorzio. Ciò che è affascinante, al di là del giudizio puramente estetico – non si tratta di lavori di altissima qualità anche se alcuni sono discreti – è il modo in cui queste opere, mettendo in scena i cambiamenti all’interno della famiglia e la crescita dei due figli, allo stesso tempo documentano in immagini come i due attori da bambini diventino adulti.

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