Giornata decisiva oggi in Israele per il ruolo della Corte suprema e per il progetto di riforma giudiziaria avviato dal governo. Tutti e 15 massimi giudici israeliani prenderanno in esame i ricorsi contro la nuova Legge Fondamentale approvata dalla Knesset nelle scorse settimane che riduce la facoltà proprio della Corte suprema di far ricorso alla «clausola di ragionevolezza» riguardo a provvedimenti dei governi che favoriscono corruzione, nepotismo e la scelta di persone con gravi precedenti penali per l’incarico di ministro. In sostanza, la Corte dovrà decidere se è legittimo ridurre i suoi poteri di controllo. I media locali parlano dello scontro più «catastrofico» a livello istituzionale mai visto nella storia del paese. In aula ci saranno da un lato i rappresentanti di organismi di controllo e di organizzazioni della società civile intenzionati a fermare quello che definiscono «un danno mortale alla democrazia israeliana». Dall’altro lato il governo che sostiene che la Corte non abbia diritto di veto sulle modifiche alle Leggi Fondamentali. Il «Movimento per un governo di qualità», che ha presentato uno dei ricorsi, sostiene che la nuova legge sulla ragionevolezza conferisce al governo un «potere illimitato».